«Partiamo da un fatto: è finito il tempo in cui si credeva che un lavoratore maturo non servisse più. L'età, oggi, è un valore per le aziende». Ribalta la questione Giorgio Paladin, amministratore delegato di Uomo e Impresa, società di outplacement del gruppo Umana.
A parità di competenze, perché un capo dovrebbe scegliere un ultracinquantenne?
«Perché un neolaureato non avrà mai quel bagaglio di esperienza, maturità e saggezza. A delle condizioni da seguire, però...».
Elenchiamole.
«Primo: trovare occupazione è un processo lungo e difficile, che è meglio non affrontare da soli. Secondo: capire che ormai il nuovo è sempre più diverso dal vecchio. Le competenze col tempo si esauriscono e bisogna rimettersi a imparare, sempre. Terzo: entrare nell'ordine di idee che cambiare lavoro è una cosa normale».
Quarto?
«Il segreto sta nell'avere una forma mentis meno rigida e strutturata, orientata al futuro. Quello che io chiamo l'anti curriculum, da affiancare al curriculum classico».
Come affrontare il colloquio decisivo?
«Fate attenzione a quello che si dice e a quello che non si dice. In una carriera spesso contano quelle due o tre cose, che vanno valorizzate. Altre sono di troppo, o possono persino remare contro...».
È anche una questione di atteggiamento?
«Fare bagni di
umiltà è fondamentale, se capita un'occasione che non è il massimo, intanto afferrala. Consiglio di pianificare gli obiettivi da raggiungere ponendosi non come cercatori passivi di lavoro, ma come portatori di soluzioni».GSu
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