Valerio BoniDagli Usa (CES di Las Vegas), si fa il punto di quelli che sono gli sviluppi più o meno avveniristici dell'elettronica di consumo. Evoluzioni che appaiono sempre più ambiziose, ma allo stesso tempo sempre più alla portata di tutti. Se il settore dei computer e della telefonia, come quello della domotica, riescono ancora a stupire, quello della mobilità non è certo da meno. Partendo dal basso, c'è a esempio l'intuizione di Hyundai destinata a mandare in pensione il vecchio libretto di uso e manutenzione in carta, che da più di un secolo accompagna ogni auto. Sarà sufficiente disporre di un qualunque smartphone per inquadrare con la fotocamera un dettaglio del vano motore o degli interni, per consentire a un'app di mostrare in realtà aumentata come effettuare un intervento di manutenzione ordinaria o una piccola riparazione.Per il futuro, quello più immediato, le auto saranno destinate a essere sempre più connesse direttamente con i social network, così da non interrompere il collegamento quando si esce di casa. Le stime parlano di un 97% di veicoli collegati alla rete prima del 2020, e a questo proposito i problemi da risolvere non sono legati alla stabilità della connessione, quanto alla sicurezza. A questo proposito, General Motors sta mettendo a punto un dispositivo che permetterà di riprendere video o foto da condividere, senza generare distrazioni durante la guida. Mentre Bmw lavora alle strumentazioni 3.0; dopo il touch screen arriverà lo schermo che sarà comandato con gesti a distanza, senza la necessità di sfiorarne la superficie.Per quanto riguarda i veicoli, l'attenzione è concentrata sulla trazione elettrica. Lo testimoniano il Budd-e, tributo Volkswagen allo storico pulmino Bulli amato dai figli dei fiori, che potrebbe avere le porte apribili con comandi vocali. Ma c'è anche chi vede le emissioni zero in chiave estrema, come la californiana Faraday Future che, grazie alle finanze cinesi sta lavorando al progetto Ffzero1, una sportiva da 1.000 cavalli, per accelerazioni da 0 a 100 orari in tre secondi.La vera sfida tra costruttori di auto e industrie specializzate in elettronica si gioca sulla guida autonoma. Ci si lavora a tempo pieno dal 2011 e pare che possa entrare nella vita di tutti i giorni tra solo quattro anni, almeno su autostrade e strade a scorrimento veloce. La messa a punto dell'auto che si muoverà da sola passa anche attraverso i test di Bosch, che ha avviato i collaudi in Giappone, dopo quelli in Germania e Usa. Un passo necessario per sperimentare i dispositivi anche su percorsi dove si guida sul lato opposto al nostro.
Non si tratta di un semplice esercizio di tecnologia, ma della volontà di ridurre gli incidenti stradali, che potrebbero calare di un terzo secondo gli studi, e allo stesso tempo abbattere consumi ed emissioni fino al 39%.C'è anche chi, come GM, investe nello sviluppo della guida autonoma in collaborazioni con società come Lyft o Uber. Da qui al 2020 i taxisti avranno tempo per prepararsi al nuovo pericolo che li minaccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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