Il Risorgimento? È roba da bar Ecco dove gustare l’Unità d’Italia

La confetteria preferita di Silvio Pellico? Il Bicerin di Torino. Un pranzo nella sala dove nel 1848 si riunivano i veneziani tifosi dei Savoia? Al Gran Caffè Ristorante Quadri in piazza San Marco, lo stesso dove mezzo secolo più tardi avrebbe meditato Marcel Proust. Uno spuntino, palermitano al cento per cento, identico a quelli gustati da Garibaldi nel fatidico 1860? All’Antica focacceria San Francesco, ai cui tavoli sostava volentieri anche Francesco Crispi, ancora repubblicano e mangiapreti, per parlare di politica fra un’arancina e un cazzillo.
Sono solo tre esempi delle tante informazioni sulle pagine «minori» del nostro Risorgimento contenute nell’edizione 2011 della guida dei Locali storici d’Italia, che quest’anno presenta 12 debutti e, per il centocinquantesimo della nascita del nostro Stato unitario, 35 menzioni ad altrettanti locali che sono stati teatro di vicende legate alla nostra ottocentesca rivoluzione nazionale. La guida, pubblicata dall’associazione Locali storici d’Italia che raccoglie 230 fra bar, pasticcerie, ristoranti e alberghi che negli ultimi 70 anni hanno conquistato un ruolo importante nella vita pubblica del nostro Paese, è in distribuzione gratuita presso i locali associati.
Fra i 35 locali tricolori, che coprono l’interno territorio nazionale (anzi, il Grand Cafè del Porto si trova a Lugano) e aprono le loro vetrine sulle vie e le piazze di grandi città come di ignoti comunelli, c’è l’imbarazzo della scelta. Ovviamente la parte del leone la fa Torino, con cinque locali (oltre al Bicerin, anche il Ristorante Caffè del Cambio, dove negli anni cruciali del Risorgimento pranzò ogni giorno Cavour). Ma Venezia ne conta quattro (oltre al Quadri anche il vicino Caffè Lavena, dal 1866 ritrovo degli ufficiali della Regia marina). E il resto del Veneto vanta fra gli altri il caffè Pedrocchi di Padova, aggraziato e imponente come un tempio classico, l’Antica Locanda Mincio di Valeggio sul Mincio e l’Antica Ofelleria Meneghina di Vicenza, all’epoca covo di patrioti tenuto d’occhio dalla polizia segreta austriaca. A Pisa è segnalato l’hotel Royal Victoria, che nel 1839 ospitò il primo congresso italiano degli scienziati, davvero un storico esperimento in cui l’élite culturale dell’allora «espressione geografica» provavano a costituirsi avanguardia unitaria di una nazione senza Stato. A Milano è menzionata la pasticceria Cova, che in via Montenapoleone tiene alta la tradizione del salotto meneghino. Ci andavano anche Tito Speri, i Cairoli, Mazzini, Garibaldi...


Mille e passa chilometri più a sud, a Cosenza, c’è il Gran Caffè Renzelli, dove sostarono i fratelli Bandiera già in catene e pronti per l’esecuzione.
La lista completa dei 35 locali, oltre che sulla guida edizione 2011, nel sito www.localistorici.it.

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