Rom, la nuova mappa dei campi a rischio

Cambia la mappa degli insediamenti rom «critici» a Milano. E se anche c’è ancora molto da fare, è pur vero che - almeno in materia di sgomberi - tanto è ciò che è stato portato avanti. Da aprile 2006, infatti, il Nucleo problemi del territorio dei vigili urbani ha sgomberato ben 32 agglomerati, tra edifici, aree dismesse e baraccopoli abitate abusivamente dai nomadi. Ci ha tenuto a ricordarlo ieri il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato presentando i nuovi dati relativi agli insediamenti dei rom a Milano. «A 5 mesi dalla prima stesura di questa mappa da parte di vigili adesso possiamo aggiornare quelle informazioni grazie all’operato dei vigili» ha detto De Corato.
Secondo la nuova mappa ora in città ci sono 12 campi nomadi autorizzati e 4 campi non autorizzati ma consolidati perché di vecchia costituzione. Gli edifici dismessi e soggetti a intrusioni e occupazioni sono passati da 85 a 70, tra proprietà private e demaniali. Ci sono inoltre 22 aree dismesse occupate abusivamente (erano 26, 4 sono state sgomberate), mentre anche le baraccopoli sono scese da 31 a 19. Infine, sono 31 le aree di stazionamento dei nomadi in pubblica via, numero fluttuante per gli spostamenti frequenti dei gruppi.
A questo proposito il presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri sostiene: «La mappatura degli insediamenti abusivi deve servire a guidare i necessari interventi emergenziali, ma anche ad elaborare risposte strutturali in termini di urbanistica. I progetti di sviluppo e fruibilità del territorio per i milanesi sono infatti i veri antidoti all'illegalità diffusa».
Ne sanno qualcosa in zona 7 dove il presidente della commissione polo multifunzionale Luigi Santonastaso, attraverso una mozione deliberata dal consiglio, propone un intervento viabilistico per allargare con un doppio cordolo i marciapiedi di via cardinale Tosi (dietro l’ospedale San Carlo). Proprio lì, infatti - nello spazio di 5 metri tra la carreggiata, il marciapiede, gli alberi e il muro di cinta dell’ospedale - stazionano in maniera quasi permanente una ventina di carovane di rom.

«L’area è occupata abusivamente da anni - spiega Santonastaso che si fa portavoce del malcontento della gente della zona, stufa di furti ed escrementi - ma mentre prima i nomadi arrivavano 3-4 volte l’anno e restavano al massimo per tre giorni, adesso se ne vanno giusto il tempo per permettere all’Amsa di pulire e poi tornano: venerdì se ne sono andati e oggi (ieri per chi legge, ndr) sono di nuovo qui. Per questo non è sufficiente cacciarli, ma bisogna intervenire dal punto di vista strutturale-urbanistico per scoraggiarli definitivamente».

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