Roma e donne, c’è anche un’Italia che vince

di Marco Lombardo
Da oggi l’Italia diventa la capitale mondiale del tennis e di questo c’è da esserne orgogliosi, perché gli Internazionali di Roma (per la cronaca: in diretta su Sky che mette a disposizione ben due canali per seguire tutto l’evento, e dalle semifinali su Italia Uno) sono quello che possiamo mostrare al mondo senza vergognarci. Ed è forse giusto che il torneo cominci mettendo in campo gli uomini, perché così i nostri eroi possono scendere in campo con il fantasma della vittoria delle azzurre nella Fed Cup che aleggia sulle loro teste e magari cominciano a mulinare le racchette con maggiore convinzione. Perché il successo in semifinale di Pennetta e - soprattutto - Schiavone contro la Russia è la solita lezione, come ha scritto giustamente ieri , che le ragazze hanno dato ai colleghi: per questo basta guardare la faccia di Barazzutti ogni volta che entra in campo come ct delle donne e paragonarla a quella che c’è di mezzo la Davis. E stiamo parlando di Davis di serie B. Insomma, su queste pagine non siamo mai stati teneri con la gestione federale del tennis di vertice contestando la politica del «o con me o contro di me» del presidente Binaghi (lei si offenderà Presidente, ma ieri sul sito federale c’era scritto: «Terza finale mondiale in quattro anni. La Nazionale più forte d'Italia ce l'ha il tennis, e speriamo che finalmente se ne accorgano tutti, a cominciare da coloro che passano per "esperti" del nostro sport»). Però i nostri giocatori ultimamente si sono dannati l’animo per fare ancora di più, cercando spesso lo scontro e finendo per creare un ambiente dove fare risultati diventa ancora più difficile. Tant’è vero che abbiamo dovuto aspettare Montecarlo - cioè la settimana scorsa - per vedere un italiano superare due turni consecutivi nel 2009 in un torneo, finito poi con due sconfitte agli ottavi evitabili (Bolelli) e con la racchetta spaccata (Fognini).

In pratica: prendi le donne, ora in finale contro gli Usa, e vai sul sicuro. Guardi gli uomini e il tabellone di Roma, e cominci a fare i conti. Sorteggio sfortunato, hanno già detto, e così si parte. Ball, please.

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