Roma ostaggio della protesta antiGelmini

La giornata di contestazioni è iniziata all’alba. Centinaia di studenti alle 8 hanno disertato le aule e sono scesi sul piede di guerra, pronti ad assediare il centro storico. Alle 11 la città era già ostaggio di sette cortei spontanei.
Ieri la capitale ha vissuto un’altra giornata di protesta anti-Gelmini. Studenti medi e universitari sono partiti da ogni angolo della capitale per convergere a Palazzo Madama, sede del Senato, dove era in discussione il contestato decreto, creando non pochi problemi alla circolazione.
Il serpentone più numeroso, circa mille partecipanti, si è mosso alle 10.30 da piazza della Repubblica diretto a piazza Navona, passando per via Cavour, via dei Fori Imperiali, via delle Botteghe Oscure, Largo Argentina, Corso Vittorio e Corso Rinascimento, presidiato da numerose pattuglie della municipale, che hanno limitato i disagi, chiudendo e riaprendo le strade a soffietto al passaggio dei ragazzi. Un altro nutrito gruppo di studenti era raggruppato sotto il ministero della Pubblica Istruzione, a viale Trastevere. Tra questi, anche quelli del liceo scientifico Malpighi che esponevano uno striscione: «Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza». Cortei anche a viale Marconi e viale America, diretti a piazza Francesco Vivona dove la protesta si è trasformata in un sit-in. Un altro gruppo di ragazzi, invece, è passato per via di Ripetta e via della Scrofa con lo scopo di raggiungere il Senato, mentre alla Garbatella un corteo, sempre spontaneo, si è formato in via Leonardo da Vinci e via Silvio D’Amico, dove sono arrivati anche gli universitari pronti a marciare fino alla facoltà di Lettere Roma Tre. Alle 14, infine, duecento ragazzi si sono dati appuntamento a piazza della Repubblica, cantando e scandendo slogan contro la riforma, fino a piazza Barberini.
Ieri la Gelmini ha ricevuto un «dono» da tre genitori-Re Magi, che si sono recati al Ministero della Pubblica Istruzione per consegnarle alcuni pacchi con dentro le firme raccolte per la petizione in difesa del tempo pieno nella scuola primaria. Singolare, invece, la protesta di oltre cinquecento studenti della Facoltà di Ingegneria della Sapienza, che hanno partecipato a una lezione all’aperto davanti al Colosseo, per dire «no» ai tagli all’università e alla ricerca.
Ma lo show vero è stato davanti al Senato dove nel primo pomeriggio si sono concentrati diecimila giovani dell’Unione degli studenti, di Azione Studentesca, degli atenei e delle scuole in occupazione e autogestione. Molti licei e istituti superiori, ieri, hanno predisposto iniziative di protesta che non danneggiano l’attività didattica, ma segnalino il fermo «no» del corpo docente e non alle iniziative di legge sulla scuola. In particolare, in alcuni licei i professori hanno deciso di presentarsi a scuola domani per fare lezione, segnandosi però in sciopero.

Al Keplero, Righi, Mamiani, Montale e nella scuola media Gianicolo il consiglio dei docenti ha deciso, invece, di sospendere le attività extracurricolari, i viaggi di istruzione e i progetti volti all’ampliamento dell’offerta formativa.
Giovedì si replica. E sarà una cronaca di caos annunciato se si pensa che solo dalla Sicilia oggi partono due treni e sette pullman che porteranno a Roma oltre 1.400 studenti.

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