Ritardi, ritardi e ancora ritardi. Non solo nel respingere le ondate pandemiche che si sono abbattute sul sistema sanitario, ma anche nel lanciare un salvagente a chi rischia di andare a fondo. Se ancora oggi in tanti lamentano il mancato pagamento della cassa integrazione, non va meglio sul fronte dei bonus affitto erogati dal Comune di Roma.
Una misura straordinaria ed emergenziale: 27 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio per aiutare le famiglie messe in ginocchio dal lockdown a coprire il 40 per cento del canone di affitto di tre mensilità. Soldi che dovevano finire nelle tasche di chi ha visto il proprio reddito assottigliarsi almeno del 30 per cento, e invece sono rimasti impantanati nelle casseforti del Campidoglio. Lo scorso settembre appena 1.300 domande su un totale di quasi 50mila risultavano liquidate. Domande che, è bene sottolinearlo, risalgono alla scorsa primavera.
Daniele, ad esempio, la sua domanda l’ha inviata il 29 aprile, da allora sono passati quasi sette mesi. Sette mesi di attesa. "Ogni giorno – ci racconta – accedo al portale del Comune per vedere a che punto è la pratica, e ogni giorno il responso è sempre lo stesso: la pratica è in lavorazione". È tanta l’amarezza per questo ragazzo che, nonostante i suoi ventisei anni, ha già una famiglia e un bimbo di sette di cui prendersi cura. "Lavoro in una sala Bingo, siamo stati i primi a chiudere i battenti a marzo e gli ultimi a riaprirli a luglio, e ora siamo di nuovo fermi", ci spiega il ragazzo.
"La cassa integrazione di marzo mi è arrivata a fine maggio mentre quella di aprile, maggio e giugno solo a ottobre, sono stati mesi difficili nei quali non sapevamo più come fare a mettere insieme il pranzo con la cena, figuriamoci pagare un affitto", ricorda. È per questo che non appena si è presentata l’opportunità di ricevere il contributo anticrisi si è subito affrettato a protocollare la sua domanda. "Alla fine – dice con ironia amara – è arrivata prima la cassa interazione che il bonus affitto, mi sento preso in giro e abbandonato".
È lo stesso identico umore di Alessandra, anche lei in attesa di vedersi riconosciuto ciò che le spetta. Tutti i guadagni della sua famiglia ruotano attorno al piccolo bar del marito, ma si sa che per chi ha un’attività del genere questi sono tempi magri. "Abbiamo più di 3500 euro di affitti arretrati da pagare, mille di spese di condominio e tutte le pendenze con l’agenzia delle entrate, non sappiamo più a che santo votarci", si sfoga. I pochi che finora hanno avuto accesso al bonus, ci racconta ancora la donna, sono rimasti delusi: "Ad una mia amica hanno accreditato appena 245 euro, ma come fanno i calcoli?". Alessandra non ha dubbi: "È l’ennesima delusione, l’ennesimo provvedimento sbandierato che si è rivelato per ciò che è: il nulla cosmico".
Per cercare di fare chiarezza su quello che è accaduto nei meandri degli uffici comunali, il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia Francesco Figliomeni ha presentato ben tre interrogazioni. La prima ad aprile, la seconda a settembre e la terza a inizio novembre. Indovinate? "Sinora – si lamenta – non ho ricevuto alcuna risposta formale". Nel frattempo però qualche novità è trapelata. L’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, Valentina Vivarelli, si è finalmente scomodata a rendicontare i progressi delle pratiche perlomeno ai suoi follower.
È della scorsa settimana il post Facebook in cui spiega che "sono state liquidate 5mila pratiche delle oltre 6200 domande pagabili su un totale di 25.200 istanze istruite". Ed a proposito dei ritardi si giustifica dicendo che la mole di domande arrivate "non ha paragoni nel resto d’Italia: a Milano le domande sono state 17mila, in tutto il Veneto, con una popolazione di 4,9 milioni di abitanti, circa 19 mila". Parole che suonano come delle scuse, soprattutto alle orecchie di chi lavora nelle periferie, quotidianamente a contatto con i risvolti più drammatici della crisi economica.
"È l’ennesima conferma del fallimento delle politiche abitative adottate in questa città", attacca Maria Vittoria Molinari del sindacato Asia-Usb. Secondo lei l’errore è all’origine. "È proprio il concetto di bonus affitto che è sbagliato, quei fondi andrebbero investiti per creare patrimonio pubblico, il problema degli affitti esiste da anni, da quando è stato tolto l’equo canone e si sono interrotte le politiche di finanziamento dell’edilizia pubblica".
Cosa ne sarà di questa gente se non verrà prorogato il blocco degli sfratti? "Senza una proroga, a partire da gennaio i proprietari che hanno affittuari insolventi metteranno in atto le procedure di sfratto e – denuncia l’attivista – migliaia di famiglie finiranno in mezzo alla strada".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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