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"Non posso uscire". Il disabile intrappolato in casa: "Io, dimenticato dalla Raggi"

Intrappolato da due mesi nel suo alloggio popolare a causa di un ascensore rotto, un disabile di 54 anni scrive alla Raggi per chiedere aiuto ma dal Comune non risponde nessuno

"Non posso uscire". Il disabile intrappolato in casa: "Io, dimenticato dalla Raggi"

Recluso in casa dal 27 novembre, Claudio Salvitti guarda fuori dalla finestra come un prigioniero guarderebbe al di là delle sbarre. Non c’è il mare oltre quel vetro, ma le luci della periferia, il vociare della gente per strada e le auto incolonnate al semaforo. C’è la vita di tutti i giorni, quella che a lui è stata negata. Da quasi due mesi, infatti, Claudio è intrappolato in uno degli alloggi popolari del residence Fabianella di Bastogi, alla periferia nord ovest di Roma. “Di due ascensori – ci spiega – l’unico funzionate si è rotto lo scorso 27 novembre e per risalire ho dovuto chiamare i vigili del fuoco”.

Ben prima di allora, però, a limitare la quotidianità di quest’uomo era arrivata la diagnosi di una neuropatia degenerativa e incurabile che nel giro di qualche mese lo ha inchiodato sulla sedia a rotelle. “Mi sento calpestato nella dignità – ci dice – perché a me basterebbe andare al supermercato, vedere la gente, vedere dei colori, respirare il fresco della mattina. Mi manca la mia vita, la libertà, la spensieratezza per affrontare il mio dramma”. Non chiede chissà cosa. Si è ripetutamente rivolto alla ditta che si dovrebbe occupare della manutenzione senza ottenere riscontri. E nel frattempo è arrivato anche il Natale. “Quel giorno – ricorda con la voce rotta dalla commozione – se non mi avessero trasportato giù due anime buone non sarei potuto nemmeno andare a pranzo da mia madre”.

È stato allora che Claudio ha deciso di rivolgersi direttamente al sindaco di Roma, Virginia Raggi, che nel 2016 ha pure votato presuaso dalle promesse di cambiamento. Nelle mani gli è rimasta poca forza ma è comunque sufficiente per comporre una mail. “Gentile sindaca Raggi – c’è scritto – sono un disabile cinquantaquattrenne di Roma, recluso in casa dal 27 novembre poiché i due ascensori presenti nello stabile di proprietà del Comune di Roma sono fermi... guasti. Quello di destra da nove mesi circa... mentre l’altro, l’unico che funzionava, da oltre 40 giorni”. “Mi chiedo – prosegue ancora l’uomo – come andrebbe a finire nel caso in cui scoppiasse un incendio qua dentro”. C’è poi una scadenza imminente sul calendario. Ogni 30 giorni, infatti, Claudio deve andare al Policlinico Gemelli per fare le infusioni di immunoglobuline. L’ultima volta, scrive, “mi sono venuti a prendere i carabinieri della stazione di Montespaccato e per riportarmi su ho dovuto chiamare i vigili del fuoco”.

È il 7 gennaio. Mancano quasi due settimane al prossimo ricovero e Claudio spera che quell’appello possa servire a “liberarlo” in tempo per raggiungere l’ospedale. Sapete come è andata a finire? Che nessun ascensore è stato riparato e che Claudio è stato portato in ospedale dai ragazzi di CasaPound Italia. “Ci ha contattati su Facebook – spiega Simone Montagna – ed era disperato, così ci siamo subito mobilitati per aiutarlo e grazie ad una rete di solidarietà che ha visto coinvolte anche alcune realtà locali lo abbiamo portato al Gemelli a fare la sua terapia”. Inoltre, ricorda l’esponente delle tartarughe frecciate, “non c’è solo l’ascensore da riparare, il residence casa a pezzi, ci sono infiltrazioni ovunque e le luci sono rotte da mesi”. Ed oltre a Claudio in questi palazzoni dimenticati vivono altri disabili, anziani, malati che nessuno sembra vedere. A fare pressione sulla sindaca è arrivata anche un’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo. Il documento ripercorre passo dopo passo il “calvario” (per usare le parole del diretto interessato) che Claudio ha dovuto affrontare in questi mesi.

E domanda alla prima cittadina “se non sia prioritario ed urgente intervenire per risolvere la situazione descritta, al fine di garantire i diritti, il benessere fisico e psicologico nonché l’inclusione del cittadino con problemi di disabilità residente nel residence Bastogi evitando disagi anche agli altri residenti”.

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