"Aborto? Beceri manifesti" Ora il Pd vuole censurarli

La senatrice del Pd Cirinnà sui manifesti choc: "Campagna politica che calpesta le donne, va fermata". Pro Vita: "Non prendiamo ordini dal Pd"

"Aborto? Beceri manifesti" Ora il Pd vuole censurarli

La nuova campagna di Pro Vita & Famiglia contro l’aborto non è proprio piaciuta a Monica Cirinnà. La senatrice del Pd, subito dopo la comparsa dei manifesti antiabortisti con la scritta “Il corpo di mio figlio non é il mio corpo, sopprimerlo non é la mia scelta #StopAborto”, ha scaricato la sua indignazione in un post al veleno. "Di nuovo. Da stamattina - si legge su Facebook - questi beceri manifesti antiabortisti e contro i diritti delle donne stanno girando tra le strade di Roma. Non più sui muri come nei mesi scorsi, ma su 'vele' pubblicitarie enormi. Perché anche nel giorno in cui celebriamo la prima vicepresidente donna degli Usa, in Italia c'è ancora chi vorrebbe mortificare i diritti femminili. È la campagna disgustosa di Pro Vita che mortifica i diritti e continua a colpevolizzare le donne". E come soluzione per mettere a tacere idee contrarie alle proprie, Cirinnà propone direttamente la censura: "Il comune di Roma deve fermarle subito: non può esserci spazio politico per chi intende calpestare le donne e i loro diritti". Insomma, i diritti delle donne sì, ma il diritto di espressione no. La difesa va a corrente alternata, a seconda che si è d'accordo o meno. "Esiste una cosa che si chiama libertà di pensiero e di espressione...va rispettata in entrambi i casi...altrimenti si chiama dittatura", chiosa lapidario un utente.

Non si fa attendere la risposta dell'associazione Pro Vita. “Non prendiamo ordini dal Pd! Con un post tipico di un regime dittatoriale, il Partito di Nicola Zingaretti ha contestato i nostri manifesti collocati su vele, inerenti alla campagna #stopaborto, affermando che noi mortifichiamo i diritti e continuiamo a colpevolizzare le donne. Fateci capire: bisogna essere tutti per l’aborto e ignorare la soppressione di un essere umano? Ma non vi rendete conto che siete qui ad attaccarci solo perché la vostra mamma non vi ha abortito?“ ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus.

Pro Vita lamenta il bavaglio e bacchetta la contraddizione piddina: “Siete voi che decidete le donne che possono parlare e quelle che non possono farlo? Perché chi non è a favore dell’aborto - ha aggiunto Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di PVF - non deve avere il diritto di esprimere la propria opinione? E vi dà fastidio se una donna cambia idea e accoglie la vita? E meno male che si chiama Partito ‘Democratico’. Nonostante l'invocazione alla censura di Cirinnà, l'associazione antiabortistica rivendica il diritto costituzionalmente garantito di esprimere le proprie idee che, invece, il Pd vorrebbe sospendere a propria discrexzione. "Non abbiamo bisogno della vostra autorizzazione per avere il nostro spazio di libertà né gli italiani sono tenuti a prendere direttive dalla Direzione nazionale del Pd.

Rivendichiamo il nostro diritto a manifestare liberamente il nostro pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione come ci autorizza l’art.21 della Costituzione e anche la legge”, conclude Ruiu.

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