Alla fine è arrivato il conto. Ed è stato anche salato. Una settimana di occupazione al Virgilio, il liceo classico del centro della Capitale, salito agli onori della cronaca per i festini a base di alcol, droga e sesso libero durante le autogestioni, è costata alle casse di Roma Capitale 12mila euro. A renderlo noto è Il Messaggero, che ha potuto visionare la relazione consegnata dai tecnici della Città Metropolitana a Maria Teresa Zotta, la vice della sindaca Virginia Raggi con delega all’edilizia scolastica.
Ad essere messo fuori uso è stato l’impianto anti-incendio dell’istituto di via Giulia che ora dovrà essere rimesso in funzione con i soldi dei cittadini. Durante l'occupazione gli studenti hanno danneggiato le porte anti-panico, i comandi necessari a far partire l’allarme e diversi estintori attaccati alle pareti, che sono risultati manomessi dopo l'esame dei tecnici.
È la stessa vice-sindaca a confessare al quotidiano di via del Tritone quanto queste situazioni, che spesso si traducono in danni a strutture, materiali e supporti didattici, mettano in difficoltà le casse del Campidoglio. A fronte di una "situazione finanziaria critica" e a "scuole che già sono in sofferenza", ha spiegato, infatti, la Zotta, dopo le occupazioni bisogna "correre per ripristinare il tutto". Pensate che soltanto al Virgilio, lo scorso anno, il computo dei danni è stato di 40mila euro.
Anche al Caetani, un altro liceo del centro di Roma, i danneggiamenti sono stati ingenti. Con un’occupazione lampo partita all’inizio del mese e durata meno di 24 ore gli studenti sono riusciti a mettere a soqquadro l’intero edificio. Sedie e banchi sono stati usati come barricate per bloccare porte e finestre, le lavagne sono state spaccate, le maniglie divelte, gli armadi gettati a terra. Non solo. I pavimenti sono stati trovati invasi da centinaia di pagine di libri, strappate e gettate alla rinfusa.
Quella delle occupazioni nella Capitale è una parabola discendente che è stata confermata anche nel 2019. Nell’anno scolastico in corso, infatti, se ne sono contate soltanto cinque. Eppure i danni sono stati gravissimi. Secondo Mario Rusconi, il presidente dell’associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio, sentito sempre dal Messaggero, le risorse che verranno spese per metterci una pezza saranno le stesse tolte a quegli istituti che magari hanno davvero bisogno di interventi strutturali per proteggere gli studenti, ad esempio dai fenomeni atmosferici.
Insomma, anche a causa delle velleità rivoluzionarie dei collettivi di sinistra, decine di studenti romani dovranno attendere per veder rimessa a posto la palestra o quell’aula rimasta impraticabile per le infiltrazioni d’acqua.
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