Roma, sempre più i bimbi positivi alla droga

In aumento il numero di baby tossicodipendenti che inavvertitamente assumono le sostanze stupefacenti lasciate incustodite dai genitori. Cinque le denunce soltanto nel 2019

Roma, sempre più i bimbi positivi alla droga

In crisi di astinenza già in fasce. Complice la diffusione sempre maggiore delle sostanze stupefacenti anche tra le donne in gravidanza e fra i neogenitori, aumenta il numero di "baby tossicodipendenti". Bambini compresi tra i nove mesi e i cinque anni di età che inavvertitamente si ritrovano ad assumere le droghe lasciate in giro per casa da mamma e papà.

A testimoniare questa realtà inquietante ci sono diversi fascicoli già aperti in Procura. Lo rende noto il Messaggero, che spiega come sempre più bimbi vengano a contatto con droghe di diverso tipo, fin dalla più tenera età. Può capitare, quindi, che i piccoli le ingeriscano senza volerlo, o cercando di imitare i comportamenti dei genitori. I sintomi possono essere sonnolenza eccessiva, tachicardia oppure la difficoltà a camminare mantenendosi in equilibrio. Mamma e papà corrono in ospedale e una volta accertata la natura del malessere del piccolo vengono automaticamente inquisiti per “lesioni colpose e cessione di sostanze stupefacenti”. Le denunce sempre più frequenti provano come purtroppo non si tratti di un fenomeno circoscritto alle realtà più estreme, ma che sia al contrario una realtà sempre più diffusa.

La causa principale è nel dilagare delle droghe pesanti, come cocaina ed eroina, nella Capitale. Soltanto nel 2019, come scrive il quotidiano di via del Tritone, sono state ben cinque le segnalazioni all'autorità giudiziaria, mentre i ricoveri al Centro Antiveleni del Bambin Gesù di Roma sono circa otto l’anno. Di solito, spiega uno dei medici specializzati in casi come questo al Messaggero, viene eseguito lo “screening tossicologico” per individuare il tipo di droga assunta dal paziente pedriatico. Ma si sono verificate anche vere e proprie emergenze, con i bimbi che finiscono addirittura intubati.

Poche settimane fa alcuni ospedali italiani avevano lanciato l’allarme sulle decine di neonati trovati positivi alla cocaina già nelle prime ore di vita. All’inizio di novembre quattro neonati erano stati ricoverati in terapia intensiva al Policlinico Casilino di Roma dopo che era stata riscontrata la presenza di droga nelle urine. In questi casi è la madre a farne uso durante la gravidanza, trasmettendo la dipendenza anche al feto. Le crisi di astinenza, avevano spiegato i pediatri, arrivano dopo qualche giorno dal parto, con irritabilità, difficoltà ad addormentarsi, e agitazione anomala. Il trattamento, in situazioni del genere, è lo stesso che si usa per gli adulti.

Si ricorre alla sedazione con il metadone e con barbiturici che aiutano a risolvere il problema nel giro di qualche giorno. Ma il vero pericolo sono le conseguenze neurologiche sul lungo termine provocate dall’assunzione di droghe pesanti durante la gestazione.

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