Rose Villain, giustizia a targhe alterne, l’Europa di Trump. Le parole della settimana.

Da DeepSeek ai testi di Sanremo, passando per gli intrighi internazionali: la settimana raccontata in parole

Rose Villain, giustizia a targhe alterne, l’Europa di Trump. Le parole della settimana.
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori.

La cattiva Rose Villain

Tutti sui social a parlare di Rose Villain, il personaggio anti-Trump e anti-Meloni che si è lamentata dei diritti violati negli Stati Uniti e anche in Italia. E così facendo ha compiuto una piccola apocalissi che ha svelato la natura di certa industria musicale: non certo produrre buona musica, ma fare efficace propaganda verso i giovani, che ancora non hanno perfezionato il senso critico. D’altra parte “villain” è il luciferino cattivo delle narrazioni anglosassoni, da che parte stia ce lo dice sin dall’inizio. Con buona pace della musica bella.

Sanremo varrebbe testi migliori

E a proposito di musica bella, da anni scrivo che da molte edizioni i testi di Sanremo sembrano scritti tutti dalla stessa mano, non particolarmente poetica peraltro. Insieme a molte altre voci da anni sollevo la più vasta questione della discrepanza tra la tradizione musicale italiana e la produzione di questi ultimi tempi. Ora Striscia la Notizia ci ha raccontato come in effetti due terzi delle canzoni dell’edizione di Sanremo di quest’anno siano stati scritti dalle stesse quattro persone, riconducibili a una multinazionale della musica. E la storia è tracciata. Quando si farà saltare il tappo e si lascerà che il geniale spirito italico torni a fare ciò che gli riesce meglio, cioè creare arte e bellezza?

Giustizia a targhe alterne

L’equilibrio dei poteri in Italia sembra camminare sempre su un filo molto sottile e per quanto gli anglosassoni ci insegnino che il potere deve sempre avere "checks and balances", qualche dubbio in questi giorni è venuto a molti italiani. Perché la domanda che in molti continuano a farsi in questo strano periodo suona più o meno così: se invece di essere il capo di un partito di destra, Giorgia Meloni fosse stata segretario di un partito di sinistra, avrebbe avuto lo stesso trattamento per la vicenda Al-Masri da parte della magistratura?

DeepSeek

I nuovi equilibri del potere corrono con i bit. Tutto il mondo ha scoperto che anche la Cina ha una propria intelligenza artificiale, DeepSeek. Mentre già da tempo abbiamo scoperto come ChatGPT sia tarata sull’ideologia woke, DeepSeek si rifiuta di rispondere a domande di politica interna cinese. Si inizia a intuire che i nuovi poteri sono quelli di chi avrà il mano la coscienza collettiva, che si forma anche tramite queste cosiddette intelligenze artificiali. E così DeepSeek è scomparsa dagli store e il Garante della privacy italiano ha disposto il blocco di Deepseek (al momento risulta ancora funzionante). E mentre America e Cina si contendono il futuro, l’Europa, come al solito, sta solo a guardare.

L’Europa di Trump

Europa, appunto. I venti americani hanno cambiato direzione, e l’Europa non può far finta di non sentire il fragore delle onde che si infrangono contro le sue coste atlantiche, rivoluzionando tutti gli assetti economici. Il commercio tra Stati Uniti ed Europa entra in una nuova era di tensioni. Trump, deciso a proteggere l’industria americana a ogni costo, vede il Vecchio Continente non come un alleato economico, ma come un concorrente da domare. Il deficit commerciale deve essere ridotto, la supremazia tecnologica mantenuta, le aziende americane spinte all’assalto dei mercati globali. E nel mezzo di questa battaglia economica, l’industria europea rischia di essere la prima vittima. Prendiamo quella automobilistica: BMW, Volkswagen, Stellantis, Renault, nomi gloriosi che potrebbero trovarsi in balia delle politiche protezionistiche e che potrebbero portare a picco con sé tutti i settori collegati. L’Europa è a un bivio: resistere con i denti serrati, subendo l’onda d’urto americana, o reinventare la propria strategia per mantenere saldo il dialogo transatlantico, come sta facendo l’Italia. L’isolamento è declino, il confronto un’opportunità. Per evitare il deterioramento dei rapporti, sarà fondamentale individuare leader europei che non abbiano attaccato Trump in passato e che possano costruire un dialogo costruttivo con la sua amministrazione. Chi saprà costruire ponti tra i due mondi potrebbe diventare l’artefice del nuovo equilibrio globale.

Intrighi internazionali

Sembrano piuttosto internazionali gli intrighi in cui finisce in questi giorni l’Italia, tra giochi di spie, servizi segreti ed equilibri geopolitici che non hanno nulla da invidiare ad un buon film di spionaggio.

Difficile tracciare i reali confini di questa narrazione che fa capolino nei media - altrimenti che gioco di spionaggio sarebbe? - facile invece trarre una semplice conclusione: l’Italia si mostra ancora una volta fra i protagonisti nello scenario internazionale.

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