Chi era Karl Denke, il cannibale della porta accanto

Soprannominato "Il cannibale di Ziębice", Karl Denke ha ucciso 31 persone ma il bilancio potrebbe essere molto più consistente

Chi era Karl Denke, il cannibale della porta accanto

Le opere di beneficenza, i gesti da brava persone verso poveri e vagabondi. Un cittadino modello. Questa la prima faccia della medaglia di Karl Denke, soprannominato dagli abitanti di Münstenberg "Padre Denke" per la bontà nei confronti del prossimo. L'altra faccia della medaglia sembra tratta da un film horror: 31 omicidi, forse, perchè il bilancio potrebbe essere ben più elevato. Ma non solo. Affetto da cannibalismo, l'uomo vendeva la carne umana delle sue vittime al mercato di Breslavia, spacciandola per carne di maiale.

Infanzia e adolescenza

Karl Denke nasce l'11 febbraio 1860 a Oberkunzendorf, a nord-est di Münsterberg, Slesia, nel Regno di Prussia (ora Ziębice, Polonia), da una famiglia di contadini tedeschi. Non si hanno molte informazioni sulla sua infanzia. Secondo quanto reso noto, trascorre un’infanzia serena e viene descritto come un bambino tranquillo e pacato. Qualcosa cambia durante il periodo scolastico: i suoi voti non sono buoni e i suoi comportamenti peggiorano rapidamente.

All’età di 12 anni scappa di casa, ma viene trovato pressoché subito. Una volta frequentate le scuole elementari, Karl Denke inizia a lavorare come giardiniere. Il padre muore quando lui ha 25 anni: il fratello maggiore eredita la casa d’infanzia, mentre lui riceve parte del denaro che usa per acquistare un pezzo di terra. L’obiettivo è quello di diventare un agricoltore, ma l’esperienza è fallimentare e dopo pochi mesi vende il terreno. Non gli va meglio quando prova a comprare casa: a causa della mannaia dell’inflazione, è costretto a venderla per comprarne una molto più piccola.

"Padre Denke"

Karl Denke prova a costruirsi un futuro ma sembra fallire ogni tentativo, fino a quando non compra una licenza di vendita e gestisce una specie di macelleria che si occupa anche di prodotti fatti di cuoio. La fede ricopre un ruolo importante nella sua vita, tanto da diventare l’organista della chiesa luterana locale. Diventa così molto amato all’interno della comunità, anche per la sua abitudine di aiutare vagabondi e poveri. Li ospita a casa, dà vitto e alloggio senza pretese ed elargisce abbondanti elemosine alla parrocchia. Per questo motivo viene affettuosamente chiamato “Padre Denke”.

Karl Denke diventa "Il cannibale di Ziębice"

Per ragioni sconosciute, Karl Denke si trasforma improvvisamente in un serial killer. L’uomo inizia ad uccidere brutalmente quei vagabondi e quei poveracci che fino a qualche settimana prima aiutava con amore fraterno. La sua prima vittima risale al 1903, Ida Launer. Sei anni dopo, nel 1909, uccide la venticinquenne Emma Sander. Per questo omicidio viene condannato ingiustamente Eduard Trautmann, un uomo che lavora al mattatoio, che verrà rilasciato solo una volta scoperto Denke. La sua ultima vittima nota è invece Rochus Pawlick. Nel mezzo, almeno altre ventotto vittime.

A testimonianza della sua ossessione per il sangue, Karl Denke tiene un registro dei suoi omicidi. Ma non solo. Ogni volta che uccide una persona, la fa a pezzi e ne mangia la carne. Cannibalismo ma anche sadismo, come testimoniato dalle sue azioni omicidio dopo omicidio, cadavere dopo cadavere. Non pago, vende alcuni pezzi di carne umana spacciandola per carne di maiale in salamoia al mercato di Breslavia.

L'arresto e la morte

La spirale di sangue di Karl Denke termina il 21 dicembre del 1924. L’uomo, pronto a uccidere ancora, attira con una scusa a casa sua il senzatetto Vincenz Oliver. Gli promette del denaro per scrivere una lettera. Una volta ricevute carta e penna, il vagabondo riceve un colpo di ascia. Fortunatamente si accorge del tentativo di omicidio qualche frazione di secondo prima dell’attacco e riesce a scansarsi, patendo solo una ferita. In lotta per sopravvivere, il senzatetto riesce a strappare l’arma a Karl Denke e riesce a scappare.

Una volta fuggito, Vincenz Oliver attira l’attenzione dei vicini di casa di Karl Denke e vengono immediatamente allertate le autorità. Inizialmente, la testimonianza di Olivier viene ignorata a causa della reputazione di Denke tra la gente del paese, tanto da essere arrestato per vagabondaggio e accattonaggio. Nonostante ciò, il giudice insiste per proseguire le indagini e Karl Denke viene arrestato. Il giorno dopo, Karl Denke viene trovato impiccato nella sua cella d'isolamento.

I ritrovamenti da film horror

Subito dopo il suicidio, la polizia decide di perquisire l’abitazione di Karl Denke. Quanto emerge è semplicemente raccapricciante: gli agenti trovano resti di carne conservata all’interno di due vasche piene di salamoia, una scatola con un vasto assortimento di ossa umane e del grasso umano conservato all’interno di pentole.

Vengono inoltre individuati diversi oggetti tra cui scarpe, cinture, bretelle e lacci delle scarpe, tutti realizzati con la pelle umana. Il registro delle vittime segna 31 nomi registrati. Ma il grande numero di parti del corpo ritrovate a casa sua lascia pensare a un bilancio superiore alle 40 vittime, forse 42.

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