Il derby dei bidoni tra Milan e Inter

Da Tatarusanu a Javi Moreno, da Radu a Kondogbia: alcuni dei peggiori abbagli presi dalle milanesi, ad un passo dal derby

Ansa
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I punti chiave

Il derby di Milano è sempre stato ecosistema che mette in sfoggio campioni, fuoriclasse, potenziali crack. Ma anche giocatori penosamente in affanno, arrivati con un mucchio di promesse e precipitati nell'abisso dell'irrilevanza. Acquisti cannati dai dirigenti, ambientamenti mai avvenuti, sfortuna o, più semplicemente, incapacità. Mettetevi comodi. Ad un passo dal match proviamo a stendere la Flop 11 di rossoneri e nerazzurri.

Milan (4-3-3)

Tatarusanu

Sì, probabilmente ci sarebbe l'imbarazzo della scelta, ma il portiere romeno è riuscito a combinare una tale serie di disastri nella sua parentesi milanista che la maglia da titolare è sua per acclamazione.

Didac Vila

Eccoci al terzino destro. Arriva nel gennaio 2011 come un potenziale titolare, ma se ne va nel 2013 con una presenza a referto. Ectoplasmatico.

Onyewu

Il gigante buono che vorresti forse come vicino di casa, ma che non dovresti mai mettere al centro della tua difesa. Lento e falloso, una scommessa americana persa.

Senderos

Altro gigante, stavolta svizzero. Galliani lo prende nel 2008, dopo che ha fatto vedere cose buone all'Arsenal. Farà le valigie dopo essere sceso in campo soltanto 14 volte.

Constant

Anche sulla corsia sinistra di difesa ci sarebbe da sbizzarrirsi, ma scegliamo il solido Kevin Constant. Allegri lo premia con un mucchio di presenze, i tifosi lo seppelliscono di fischi ad ogni pallone toccato. Fluttuante e impalpabile.

Dhorasoo

Ogni big che si rispetti ha il suo direttore d'orchestra. L'acquisto di Vikash Dhorasoo, prelevato a parametro zero dal Lione del 2004, sembra andare proprio in questa direzione. Costantemente appannato, farà presto le valige per andare al Psg.

Pablo Garcia

Lo manda direttamente Daniel Passarella: "In Italia farà bene", vaticina il tecnico argentino. In realtà l'uruguagio, pescato a settembre 2000 dalla squadra B dell'Atletico Madrid, collezionerà soltanto cinque presenze prima di essere impacchettato.

Birsa

Lo sloveno Valter arriva nel 2013 armato di grandi propositi, segna pure due gol, ma poi diventa presto chiaro a tutti che il suo livello sta almeno due spanne sotto a quello richiesto per giocare nel Milan.

Cerci

Come non inserirlo nel tridente? A Milano conferma l'involuzione iniziata con la maglia dell'Atletico Madrid. Un mucchio di galoppate irrilevanti ed un solo gol in ventinove presenze.

Javi Moreno

Probabilmente uno dei flop principi della storia rossonera. Pagato la bellezza di 30 miliardi di lire nell'estate 2001, mette insieme prestazioni imbarazzanti, segna solo un gol e viene duramente contestato dalla tifoseria. Capolavoro al contrario.

Fernando Torres

Da un campione del suo calibro ti aspetteresti prestazioni spaziali, invece diventa uno dei più grandi abbagli della storia rossonera. Soltanto un gol in dieci presenze e neppure il vago ricordo del fuoriclasse che era stato.

Allenatore: Giampaolo

Il "maestro" vive a Milano uno dei peggiori periodi della sua carriera. Quattro sconfitte nelle prime sei, molta confusione dentro e fuori dal campo. Se ne andrà dopo appena 112 giorni.

Inter (4-3-3)

Radu

La porta è sua per distacco. L'errore (orrore) contro il Bologna che costa lo scudetto resta un marchio indelebile su una carriera sufficiente.

Jonathan

A destra c'è soltanto un nome spendibile: il Divino. Jonathan allestisce sovente gallerie degli orrori: cross sbilenchi e buchi difensivi sono la specialità della casa. Ma almeno sta simpatico a tutti.

Gresko

Altro titolare inamovibile. Le schifezze collezionate nel match più importante della sua vita costano lo scudetto all'Inter, nel dolente pomeriggio del 5 maggio. Faro della flop 11.

Sorondo

Gonzalo arriva in nerazzurro strappato all'agguerrita concorrenza del Real Madrid. Lo pagano 18 miliardi di lire, con l'idea che possa diventare il sostituto naturale di Laurent Blanc. In realtà gli attaccanti gli passano da tutte le parti e lui fa una figura mestissima.

A. Pereira

Gioca due anni con l'Inter, arrivando con ottime premesse. In nerazzurro però non riesce mai a lasciare il segno, appiccando prestazioni vaporose in fase di spinta e aprendo fessure in difesa.

Vampeta

Il regista di questa squadra non può che essere lui, il profeta brasiliano. Pagato 30 miliardi di lire, risulta in fretta uno dei giocatori più lenti, lacunosi e inconcludenti dell'ultimo mezzo secolo nerazzurro.

Quaresma

El Trivela lo mettiamo mezzala, per fare calcio propositivo. Mou stravede per lui inizialmente, la società sborsa oltre 30 milioni di euro e ai tifosi brillano gli occhi. In realtà metterà insieme soltanto 24 presenze ed 1 gol in due anni.

Kondogbia

Altro pezzo pagato oltre 30 milioni. L'Inter lo soffia di prepotenza al Milan, accorgendosi soltanto dopo che forse sarebbe stato meglio non insistere. Amnesie e imprecisioni inanellate in serie limitano un giocatore che pareva effettivamente avere un grande potenziale.

Gabigol

Altro inevitabile titolarissimo, altra spesa superiore ai 30 milioni. Arriva a Milano come il potenziale erede di Ronaldo, ma sbatte come una pallina da tennis contro le difese della serie A. Farà le valigie dopo soltanto nove infruttuose presenze.

Pancev

Ok, qui dobbiamo pure giustificare la dirigenza. Uno arriva che è Scarpa d'Oro e secondo nella classifica del Pallone d'Oro 1991. Chiaro che ci si aspetti soltanto il meglio. Invece il macedone sarà disastroso in modo imprevisto. Il suo migliore colpo ad effetto lo infilerà con quell'esotica intervista: "Tifosi fischiano? Importa s.. a, io compro Ferrari".

Belfodil

Arriva in nerazzurro dopo un'ottima stagione al Parma e sembra che possa spaccare le porte. In realtà scenderà in campo soltanto otto volte, senza lasciare traccia.

Allenatore: Frank De Boer

Raramente si è visto un mister con un esordio più disastroso non solo nella storia dell'Inter, ma nella storia in generale. Poche idee e confuse.

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