Separati dal coronavirus trovano il modo per restare vicini

La storia di una coppia di Roma che ha trovato il modo per restare unita nonostante il coronavirus: "Viviamo una di fronte all'altro, così ci possiamo vedere dalla finestra"

Separati dal coronavirus trovano il modo per restare vicini

Amarsi ai tempi del coronavrius non è semplice. Il governo ci impone precauzioni e distanze, che non si potranno accorciare finché l'emergenza non sarà passata. Ci sono coppie sospese, a metà. Famiglie che si guardano da lontano e non si posso abbracciare. Come nel caso di Simona e Stefano, entrambi di Roma, che per il bene di loro figlio hanno preso una scelta difficile.

Lui, 34 anni, lavora come cardiologo all'ospedale San Raffaele di Monte Compatri. In trincea, dove il rischio contagio è più elevato. Lei, di 30, ancora studia per diventare medico. Si conoscono in corsia, si innamorano, si sposano e dopo poco nasce il piccolo Alessandro, che tra qualche settimana spegnerà la quarta candelina. Dallo scorso venerdì la loro vita non è più la stessa. "Stefano mi ha chiamata per dirmi che un suo collega era stato a contatto con una persona affetta da coronavirus", ricorda Simona. Una notizia difficile da accettare quando si hanno un figlio piccolo e due genitori in là con gli anni. Simona è atterrita. Ha paura. Stefano, più risoluto, le dice che è meglio se per un po' non ritorna a casa. "Mi sono messa a cercare dei bed and breakfast in zona, poi mi è venuta l'illuminazione", spiega. La soluzione è a pochi metri da casa: 3 per la precisone. "L'appartamento di fronte al nostro è di una signora che vive all'estero, l'ho contattata e le ho chiesto se ci poteva aiutare". Nel giro di poche ore, Stefano si trasferisce nella casa di fronte. Simona e Alessandro rimangono da soli. Inizia una nuova quotidianità, che Simona riempie di tanti piccoli rituali che la rendono meno pesante.

Lascia una tazzina di caffè davanti alla porta del marito ogni mattina. E quando lo vede uscire lei e Alessandro si affacciano alla finestra e gli augurano il buongiorno. "Mio figlio inizialmente era giù, poi piano piano ho cercato di farglielo sembrare un gioco". Ogni giorno mamma e figlio si mettono a pensare a qualcosa da fare per sorprendere il papà. Un palloncino colorato appeso alla maniglia della porta, una letterina o un dolce. Ieri pomeriggio io e Alessandro abbiamo preparato una torta di mele per Stefano", racconta. I vetri sono tappezzati di disegni che il bimbo ha fatto per il papà, così quando lui rientra dal lavoro li può vedere. "Abbiamo ordinato online un kit di colori per pitturare sul tessuto e domani prepareremo uno striscione - spiega Simona - con scritto buongiorno papà". Anche Stefano si prende cura della famiglia, andando a fare la spesa e gli acquisti in farmacia, per evitare che Simona si esponga uscendo. Verso sera poi è il momento delle chiacchiere. Perché la tecnologia aiuta, ma guardarsi negli occhi è diverso. "Ci parliamo dalla finestra, ci raccontiamo come è andata la giornata e magari beviamo un bicchiere di vino assieme".

"Sono cose che servono a ricordaci che siamo una famiglia e che ci vogliamo bene". Cose che troppo spesso si perdono nella frenesia della routine. "Adesso c'è più tempo per fare tutto, per dimostrarci l'affetto e darci attenzioni, godiamocelo - ragiona la mamma - perché non tornerà".

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