Abusivi e pure senza mascherina: così a Roma torna l'incubo focolai

Decine di venditori abusivi sono tornati ad assediare le vie del centro della Capitale. L'ira di ristoratori e commercianti: "Nessuno li controlla, non indossano le mascherine e stringono la mano ai passanti, così rischiamo nuovi focolai"

Abusivi e pure senza mascherina: così a Roma torna l'incubo focolai

Piazza di Spagna deserta è surreale. Sulla scalinata di Trinità dei Monti i turisti si contano sulle punta della dita di una mano. I vigili posizionati accanto alla Barcaccia, fischietto alla mano, invitano ad alzarsi chi si siede sui gradini per cercare un po’ di ristoro. All’apice della gradinata, invece, almeno tre venditori abusivi cercano di sfuggire alle occhiate degli agenti per piazzare la loro merce ai visitatori: rose, souvenir, selfie-stick, chincaglieria varia e bottigliette d’acqua stipate chissà dove.

Con l’arrivo dei primi visitatori dell’era post-Covid sono tornati anche loro: i vucumprà. L’appello dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ad "indossare le mascherine" per evitare nuove chiusure, nel centro di Roma è rimasto lettera morta. Almeno tra gli irregolari. Nonostante il virus nella Capitale stia circolando soprattutto all’interno della comunità bengalese, la stessa alla quale appartengono la maggior parte degli abusivi, i venditori non autorizzati si avvicinano ai potenziali clienti senza indossare i dispositivi di protezione individuale.

Anche a Fontana di Trevi, tra quelli che offrono selfie stick o scattano foto ricordo per gli stranieri, sono in pochissimi a coprire naso e bocca con la mascherina. Nel frattempo, a Roma si registra un nuovo picco di contagi: ieri i nuovi casi erano 16, circa la metà di importazione, e due i decessi. "Il Covid? Non ce l’ho", ci assicura uno di loro, prima di allontanarsi a passo svelto. "Siamo davvero preoccupati, in questa fase così delicata non ci aspettavamo che tornassero alla carica decine di irregolari", si sfoga Daniela Cavicchia, ristoratrice di via del Lavatore, suggestivo vicolo a pochi passi dalla celebre fontana settecentesca.

Ci racconta di come le incursioni degli abusivi tra i tavoli del suo ristorante le abbiano già fatto perdere diversi clienti. "Si avvicinano senza la mascherina – denuncia – e ovviamente c’è chi ha paura e si lamenta con noi, che siamo costretti ad intervenire per sistemare le cose". "Qualcun’altro, invece, proprio non lo accetta, si alza e se ne va", continua. "In un momento come questo – aggiunge l’imprenditrice del centro storico – per noi rappresenta un problema enorme, i clienti arrivano con il contagocce e perderne anche solo uno diventa un danno grave".

"Sono molti gli italiani che quando vedono queste scene fuori dai locali non ci pensano due volte ad andarsene - ci conferma al telefono Fabrizio Patrizi, ristoratore e presidente dell’Associazione dei commercianti del Rione Trevi – ormai la gente è diventata molto attenta e non accetta questo tipo di comportamenti". "Non solo non indossano le mascherine – ci spiega - ma non rispettano in alcun modo le distanze, quelli che vendono i braccialetti, ad esempio, stringono addirittura la mano a centinaia di persone". Gli esercenti sono atterriti. "Stiamo cercando di sopravvivere con le unghie e con i denti e l’ultima cosa che pensavamo di dover fare era quella di tornare a dover fronteggiare nuovamente questo malcostume", si lamenta il rappresentante della categoria.

I commercianti del rione annunciano una serie di esposti.

"La situazione rischia di degenerare, non è questione di razzismo ma bisogna essere realisti: è ovvio che c’è maggiore preoccupazione verso determinate categorie, specialmente se non sono soggette a nessun tipo di controllo e vigilanza, oltre a non seguire nessuna regola". "Le forze dell’ordine sono impotenti, qualcuno deve intervenire", è l’appello del ristoratore. "Penso che nessuno – conclude – voglia assumersi il rischio di far scoppiare nuovi focolai".

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