Stazione Tiburtina al buio, i residenti: "Africani e romeni padroni della zona"

L'sos di chi vive a ridosso del secondo scalo ferroviario romano: "La Stazione Tiburtina è al buio da settimane ed è in corso una guerra fra etnie"

Stazione Tiburtina al buio, i residenti: "Africani e romeni padroni della zona"

“Non passa giorno senza che qualche residente venga aggredito o senza che ci siano risse tra africani e romeni, veri padroni della zona”. È la denuncia di chi vive attorno alla Stazione Tiburtina.

Il piazzale antistante il secondo scalo ferroviario romano, infatti, è al buio da settimane, così come il vicino capolinea dei bus. Complice l’oscurità, sotto i piloni della vecchia tangenziale, che brulicano di cartoni e materassi sistemati da decine di senza fissa dimora, la situazione è sempre più tesa.

L’ultima rissa tra stranieri c’è stata il giorno di Natale. Una colluttazione violenta, scoppiata tra tre senzatetto, due romeni e un libico, tutti pregiudicati. Contemporaneamente i carabinieri della compagnia Parioli arrestavano quattro ventenni nigeriani per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La droga, oltre 20 chili di marijuana sequestrata dai militari, era stipata in diversi trolley. Pochi giorni prima, invece, era stato un senzatetto filippino ad aggredire con un coccio di bottiglia una donna marocchina per strapparle di dosso la borsa.

Una vera e propria escalation di violenza, tanto che il Comitato Cittadini Stazione Tiburtina non esita a parlare di una “guerra fra etnie” che sarebbe in corso nella zona. “Avevamo ammonito che lo sgombero di Baobab da solo non sarebbe bastato, occorre fermare anche le altre associazioni che ammassano sbandati alla stazione tutte le sere – attaccano i residenti in una nota. E lanciano l'allarme: "Gli episodi dell’ultimo anno ci dicono che la tragedia vera può ormai succedere in qualsiasi momento”.

L’appello a Campidoglio e Questura è quindi che vengano adottate “misure speciali per la stazione”, dal ripristino dell’illuminazione pubblica, all’installazione “di un impianto di videosorveglianza”.

Per ora, accusano i cittadini, sono state messe in campo soltanto “iniziative spot”. “Vengono destinati qui carabinieri e poliziotti per qualche ora, ma è come togliere l’acqua dal mare col secchiello”, si legge nella nota diffusa dal comitato.

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