Tenta fuga dal carcere con la corda, ma gli va male

Un detenuto ha tentato la fuga da Regina Coeli di Roma nel più classico (e scontato) dei modi. Un agente di polizia penitenziaria si è però accorto di quanto stava avvenendo e ha sventato l’evasione

Tenta fuga dal carcere con la corda, ma gli va male

Un detenuto ha tentato la fuga dal carcere di Regina Coeli di Roma calandosi con una corda. Un agente di polizia penitenziaria si è però accorto in tempo e ha sventato l’evasione. Secondo quanto riportato da RomaToday, l’idea del carcerato era quella di arrampicarsi su un muro e poi calarsi utilizzando una corda rudimentale. Peccato per lui che il piano sia stato sventato da un agente di polizia penitenziaria che stava camminando nello spazio tra le due mura del carcere e ha visto il detenuto che si stava arrampicando dal cortile.

Lo hanno aspettato in strada

Il fatto è stato denunciato dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. L’assistente capo ha subito avvisato il personale della casa circondariale che si è quindi diretto all'esterno del carcere per mettere in sicurezza il tratto di strada interessato. Gli agenti hanno anche bloccato eventuali vie di fuga. Quando il detenuto si è accorto di essere stato scoperto è ricaduto all'interno dello spiazzo, dove c’erano altre guardie che l'hanno circondato, chiamando al contempo anche il personale medico.

Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del sindacato, ha così commentato il lavoro degli agenti penitenziari:"Ottimo intervento della Polizia Penitenziari che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio". Come riportato dal Sappe, solo nei primi sei mesi dell'anno in corso si sono registrate 10 evasioni da istituti penitenziari, 9 da detenuti che erano stati ammessi a lavoro all’esterno e 13 da detenuti che avevano usufruito di permessi premio.

La situazione critica delle carceri

"Un grande plauso va ai poliziotti di Regina Coeli, in particolare all'assistente capo che ha scoperto il tentativo dell'uomo, subito fermato - ha commentato il segretario generale Donato Capec -. Nei 200 penitenziari del paese l'affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è anche la mancanza di lavoro, che fa stare nell'apatia i detenuti.

Un altro è l'assenza di provvedimenti concreti verso chi infrange le regole all’interno dei penitenziari. Ma va evidenziato anche che l'organico di polizia penitenziaria è sotto di 7mila unità e che il carcere non può continuare con l'esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi".

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