«Alla Romania abbiamo preferito il nostro Sud»

Un imprenditore del Milanese spiega come ha scoperto il luogo ideale tra Foggia e Napoli

Ma c’è anche chi, messo di fronte all’alternativa se aprire un nuovo stabilimento nell’Europa dell’est oppure nel nostro Mezzogiorno, alla fine sceglie quest’ultimo. La testimonianza è di Massimo Fogliati, presidente della Coes di Pioltello, un’azienda specializzata nella produzione di tubazioni, raccordi e valvolame di plastica per uso idraulico, circa 57 milioni di fatturato, un quarto dall’export. Fogliati parte da una premessa amara: «Le imprese ormai stanno male al Nord, almeno nel Nord ricco. Noi, che abbiamo la nostra sede tradizionale a Pioltello, siamo stati frenati nello sviluppo da ostacoli e lungaggini legati alle norme edilizie e amministrative. Volevamo ampliarci e assumere 60 persone. Alla fine siamo andati altrove».
Avete delocalizzato anche voi...
«No: non abbiamo spostato i vecchi impianti. Quelli nuovi accrescono la capacità produttiva».
Com’è nata la scelta?
«Avevamo già un progetto per uno stabilimento in Romania, seguendo il flusso di molte imprese italiane».
E poi?
«Poi abbiamo saputo di alcune iniziative in Puglia e siamo andati a vedere. Il Sud ci è piaciuto, e abbiamo riflettuto sul fatto che la nostra è una produzione altamente automatizzata, per la quale risparmiare sul costo del lavoro non è determinante. Così abbiamo scelto un comune, Ascoli Satriano, tra Foggia e Napoli: dal prato all’inaugurazione dello stabilimento è passato un anno soltanto».
Perché la scelta di questa località?
«Amministrazione efficiente, sindaco illuminato, agevolazioni per le imprese varate apposta per attirare investimenti e lavoro, sconti sugli oneri di urbanizzazione, sull’Ici, sulle tasse locali. E poi lì abbiamo trovato una materia prima preziosissima che al Nord non c’è più».
Quale?
«Manodopera. Abbiamo assunto 58 persone»
Meglio il Sud della Romania?
«Avremmo avuto agevolazioni sia qui che là. Laggiù avremmo avuto costi inferiori. Ma ha fatto leva, me lo lasci dire, il fatto di essere a casa. Come italiani abbiamo anche dei doveri non scritti».


Ma la competitività? Il vostro prodotto è leggero, vi conviene trasportarlo?
«Siamo insediati tra Foggia e Napoli, abbiamo i porti a portata di mano e da qui raggiungiamo felicemente tutto il bacino del Mediterraneo, che è la nostra area di esportazione».

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