Ronaldo, già Fenomeno. Salito sul treno in corsa nella scorsa stagione, guardata dal finestrino la Champions di Atene, lui questo giro se lo vuole godere fin dall’inizio. Dalla prima di campionato o da Montecarlo, finale di Supercoppa europea. Niente amichevoli, dunque, a cominciare da stasera a Siviglia contro il Betis di Hector Cuper. Blitz estivo dove il Milan ripresenta Gilardino (esordio post operazione) ma lascia a casa anche Inzaghi. Sulle condizioni di Ronie sono tutti tranquilli. O almeno dicono di esserlo. A cominciare da lui.
«Sto bene. Ho fatto dieci giorni di preparazione, erano anni che non mi accadeva, poi è arrivata questa piccola contrattura. Ma sono sicuro di non aver perso troppo tempo, sarò prontissimo per il campionato».
Col Milan fin dal raduno, la Champions da giocare, Maldini che «con Ronaldo dall’inizio non temiamo nessuno». Si sente un nuovo acquisto?
«Mi sento un giocatore in più di questa squadra. Con una carica enorme da trasmettere alla squadra. Rispettiamo tutti, ma non siamo inferiori a nessuno al mondo».
MilanLab e il suo peso: come la trattano rispetto a Madrid?
«Qui è diverso rispetto ad ogni altra squadra al mondo. Ognuno di noi si sottopone a test specifici per capire come lavorare. Del resto io non pretendo di correre quanto Gattuso, né lui può chiedere di essere veloce quanto me».
È vero che hanno trovato la formula per farla dimagrire?
«Qui non ci sono né magie né segreti. Solo la ricerca».
Pato. Ancelotti dice che lo inserirà gradualmente («l’altro giorno era un po’ spaesato, non mi ha nemmeno riconosciuto nelle foto, ma è già pronto per giocare nel Milan. Noi siamo a posto così. Ronaldinho? Ma dai!»). Lei, che è stato il suo idolo, che cosa ne pensa?
«Nel calcio non ci sono regole che impediscono di giocare a chi pesa di più o di meno, conta come si tratta la palla. E Pato lo sa fare bene».
Pressioni, nostalgie, novità: il giovane Ronaldo arrivò al Psv a 17 anni, di queste cose se ne intende. Consigli da dare a Pato?
«Io feci le cose in maniera più graduale. Il Psv non è il Milan e le pressioni in Olanda non sono paragonabili a quelle italiane. Però, ricordo tanto di quel freddo... Pato dovrà stare tranquillo, non è mica colpa sua se l’hanno pagato così tanto: e noi dovremo essere bravi a favorire il suo inserimento».
Da Pato a Ronaldinho: Ronaldo ha provato a fare da mediatore?
«So dell’interesse del Milan per lui, gli ho solo detto che qui troverebbe la tranquillità per fare grandi cose. È il più forte del mondo, se arrivasse ci darebbe una grande mano».
Una punta, due punte, albero di Natale: dove si trova meglio Ronaldo?
«Sono molto adattabile, ma prima devo trovare la titolarietà».
Le battute di Moratti sul Milan: se lo ricordava così spiritoso?
«Nell’intimità Moratti è molto divertente, ma sapendo della rivalità tra noi e l’Inter non è il caso di prendere troppo seriamente quello che dice».
«Ubriachi e grassi»: Texeira, presidente della federcalcio brasiliana, ha sparato a zero contro la Seleçao degli ultimi mondiali.
«È stato il primo ad alzare la coppa nel 2002, ora è il primo a prendere le distanze visto che abbiamo perso... Il mio futuro in verdeoro dipende anche dalle sue parole. Ma la nazionale non è sua, è dei brasiliani. Il calcio è l’orgoglio e la felicità di un popolo che soffre, sono loro che mi dovranno volere ancora».
«Se li tengo lunghi accontento Berlusconi. Ad Ancelotti non piacciono? Il mister lo farò felice sul campo. E poi io mi diverto di più così, posso andare in giro senza farmi riconoscere».
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