La Russa e Verdini al lavoro per l’unità di tutto il partito

C’è chi immortala l’avvenimento con il cellulare. E c’è chi applaude «’gnazio» e Denis Verdini. Loro sorridono divertiti e, perché no, giocano pure la parte. Entrambi sanno che quell’immagine sarà sparata da giornali e televisioni come il simbolo del Pdl: quello dell’unità del partito. Niente di organizzato, naturalmente. Tutto casuale, come quell’ombrellone che ostruiva la vista di un dibattito e che loro due, il reggente di An e il coordinatore nazionale di Forza Italia, hanno spostato con un po’ di fatica e senza reclamare l’intervento di qualche volontario.
Già, la festa del Pdl al Lido di Milano è cosa loro, unitaria veramente, anche se Ignazio La Russa ama spesso giocare il ruolo di one man show. Ne ha dato prova in questi quattro giorni, microfono alla mano: «Venite tutti dentro che lì davanti fate da tappo!», «Spostate quelle tende e voi, fronte del Pdl, giovani fatevi avanti» e «Togliete quegli strumenti, mettete le sedie lì e andare ad aggiustare quelle televisioni».
Virgolettati da professionista delle feste tricolori, da uomo forte del centrodestra milanese e lombardo con la battuta sempre pronta: «Io pulisco per terra, faccio di tutto, certamente non mi sono montato la testa. Mai volare, così se cadi non ti fai male...».

Saggezza politica di chi organizza ogni minima cosa e che, ieri, insieme a Denis Verdini ha pure dato prova visiva dell’unità del Pdl. Smentita ufficiale a «certi cronisti» perché «in Lombardia il laboratorio Pdl esiste già da 14 anni» e, poi, «anche Verdini ormai risponde sempre al telefono». Anzi, di più, «se necessario spostiamo pure le macchine».

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