Sì dellla Camera al decreto Stabilità

Il ddl è passato senza modifiche con 380 sì e 26 no. Fli: "Non ci piace, ma il nostro è un semaforo verde a una stagione nuova". Tremonti: "È un bene per l'Italia"

Sì dellla Camera al decreto Stabilità

Dopo l'ok del Senato, il decreto Stabilità è stato approvato senza modifiche anche dall'Aula di Montecitorio con 380 sì, 26 no e 2 astenuti. Il ddl, che deve ora essere firmato da Napolitano, contiene alcuni degli impegni anti-crisi promessi dall'Italia all'Ue, tra cui i tagli ai ministeri, le misure sulle pensioni, le dismissioni immobiliari, la mobilità per gli statali, la stretta sul debito di Regioni ed enti locali, le liberalizzazioni dei servizi locali, e lo stop alle tariffe minime dei professionisti.

A breve si riunirà il Consiglio dei Ministri, al termine del quale Silvio Berlusconi potrebbe già stasera salire al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni, dando subito il via al meccanismo delle consultazioni per la formazione del nuovo governo. Napolitano potrebbe vedere oggi stesso i presidenti delle due Camere e sentire telefonicamente gli ex Capi dello Stato. Nella giornata di domani dovrebbero salire al Quirinale tutti i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.

Alla votazione, in commissione come in Aula, non hanno partecipato i deputati del Pd. "Si chiude così una pagina di errori rappresentata dalla linea economica e finanziaria del governo Berlusconi", ha detto Pierpaolo Baretta, capogruppo Pd in commissione Bilancio, aggiungendo che adesso "è urgente, che se ne apra un'altra nella quale le risorse positive presenti nelle imprese e nel mondo del lavoro trovino risposte concrete da una nuova politica economica che favorisca la crescita e la stabilità".

I no sono venuti dall'Idv, mentre il Terzo Polo invece ha votato a favore, come ha annunciato il presidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova. "Votiamo sì - ha spiegato il finiano - non è la nostra legge, non ci piace, non ci sono molte delle cose che ci sarebbero piaciute ma il nostro è un sì di fiducia, di prospettiva, un semaforo verde a una stagione nuova che deve partire da lunedì".

Il risultato del voto non è stato accolto bene da Domenico Scilipoti che ha esposto un cartello con la scritta "Vergogna Fini". Poco prima il deputato di Popolo e territorio aveva anche preso la parola per ricordare la sua decisione del dicembre scorso di passare dall’opposizione alla maggioranza per sostenere il governo Berlusconi: "Non mi pento di quella scelta perché avevo sventato un’operazione che cercava di portare a Palazzo Chigi un personaggio importante che aveva rapinato gli italiani. Oggi si sta facendo un colpo di Stato, questo è l’ultimo Parlamento eletto dagli italiani. Da domani siamo commissariati da un personaggio che tutti sanno rappresentare la lobby delle banche ed è stato indicato non per l’interesse del paese ma per garantire un gruppo di mercenari e delinquenti".

Soddisfatto Giulio Tremonti, che ha

commentato: "Oggi il governo ha fatto e il Parlamento ha votato il pareggio di bilancio. La parità tra entrate e uscite. Non è una cosa facile. La prima volta è avvenuto 125 anni fa. È una cosa molto buona per l’Italia".

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