S. Giacomo: i lavori di riconversione dovevano iniziare più di un anno fa

Banali coincidenze, curiosi scherzi del destino. O forse iella nera, nerissima, pane per gli scaramantici e per i cultori della cabala, che però sbugiarda a meraviglia la giunta regionale di centrosinistra. Ieri, 13 gennaio 2010, l’annuncio pomposo e in rima del vicepresidente Esterino Montino: «Ci saranno a breve delle sorprese, i cantieri dell’ospedale San Giacomo apriranno questo mese». Esattamente un anno fa, alle ore 13 del 13 gennaio 2009, l’annuncio altrettanto pomposo (ma senza rima, per fortuna) dell’ex presidente Piero Marrazzo: «Già nelle prossime ore avremo l’inaugurazione di alcuni ospedali di territorio, come il San Giacomo». Uno sproposito di ore dopo, per la precisione 365 giorni più tardi, nulla si è mosso, ci sono stati solo rinvii e delusioni, parole inutili e promesse trionfanti cadute nel vuoto: il portone del nosocomio è chiuso, sbarrato; le ruspe sono ferme, al palo, anzi da tutt’altra parte.
Lo stesso Montino è già inciampato una volta nel trappolone San Giacomo, nel triste ritorno dell’uguale che ha l’aspetto della presa in giro: il 16 novembre 2009, per esempio, ha detto che «nei prossimi giorni ci sarà l’apertura del cantiere e la struttura sarà inaugurata entro 4 mesi. Poi l’intervento continuerà per moduli». Poi, invece, più niente. Il nulla assoluto. Ora ci riprova e parla di una casa famiglia per disabili, un centro diurno Alzheimer, un centro di neuropsichiatria infantile e uno per la terapia del dolore, insieme con una residenza sanitaria per anziani. Insomma di tutto e pure di più. Staremo a vedere, anche se i precedenti congelano ogni ottimismo.
Fabio Desideri del Pdl, vicepresidente della commissione Urbanistica alla Pisana, è impietoso: «Sul San Giacomo - dice - puntuale come la pioggia invernale, arriva l’ennesimo annuncio-bidone. Montino, per arcane ragioni politiche, sta seguendo le infauste orme dell'ex teledivo». A ben vedere il vicepresidente è sulla buona strada, ma per raggiungere le vette sfiorate da Marrazzo sull’affaire San Giacomo ancora un po’ ce ne vuole. Gli esempi si sprecano, due o tre sono quelli davvero eclatanti: «Il 25 settembre scorso - continua Desideri - l’allora presidente dichiarò ai giornalisti: “Sono cominciati i lavori di ristrutturazione”. Era una menzogna». Fu addirittura l’ufficio stampa della Regione a smentire il suo capo, Marrazzo per l’appunto: «Il progetto è pronto a partire», si leggeva in una nota. Cioè non era ancora partito, come invece millantava il governatore. Che nei mesi passati aveva definito e descritto il nosocomio, e la sua destinazione d’uso, in mille modi curiosi e fin troppo vaghi. 21 ottobre 2008: «Ospiterà giovani e anziani per la socializzazione delle esperienze e per l'assistenza». 28 gennaio 2009: «Sarà un modello di ospedalità sul territorio». 23 febbraio 2009: «Sarà un ospedale di prossimità, che andrà incontro alle fragilità».

Ora che Marrazzo non ha più ruoli istituzionali nel Lazio, Montino è in scia, sulla stessa lunghezza d’onda. Ha promesso un’apertura dei cantieri entro fine gennaio, dunque tra due settimane. Il filo è sottilissimo: rischia di essere ancora smentito.

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