Sì alla "golden share" Tutelate le società dagli assalti stranieri

La norma dà poteri speciali allo Stato per le aziende privatizzate. Potrà impedirne l'acquisizione da parte di società estere, ma per energia, trasporti e tlc varrà solo per soggetti di Paesi extra-Ue

Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma della cosiddetta golden share, cioè dei poteri speciali che lo Stato può avere in quanto azionista delle società  privatizzate, come Enel, Eni, Finmeccanica o Telecom Italia. Nei settori dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni, l'Italia potrà impedire le asquisizioni di quote di capitale da parte di società estere, ma solo se originarie di Paesi extra-europei, mentre per quanto riguarda difesa e sicurezza nazionale il potere di veto vale anche nel caso di offerte da parte di aziende europee.

In generale i poteri speciali assegnati allo Stato sono tre. Il primo riguarda la possibilità di imporre specifiche condizioni nel caso di acquisto di partecipazioni in imprese che svolgono attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale. Il secondo è invece il diritto di veto in caso di delibere importanti dell’assemblea o degli organi di amministrazione, come la modifica dell'assetto societario o dell'oggetto sociale, lo scioglimento della società o l'imposizione di vincoli che ne condizionino l’impiego.

L'ultimo potere riguarda l'opposizione all’acquisto, a qualsiasi titolo, di partecipazioni in un'impresa, da parte di un soggetto diverso dallo Stato italiano, o da enti pubblici italiani, qualora l’acquirente venga a detenere, direttamente o indirettamente, una partecipazione al capitale con diritto di voto in grado di compromettere nel caso specifico gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale. La norma, come detto, si applica solo alle società non europee nel caso di aziende che operano nell'energia, nei trasporti e nelle telecomunicazioni.

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