Sala replica su San Siro e va all'attacco

Il sindaco chiarisce i punti dell'esposto. "Non mi fermo davanti al partito del no"

Sala replica su San Siro e va all'attacco
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Ostenta sicurezza e sminuisce i fatti (e le accuse) il sindaco Beppe Sala all'indomani della notizia dell'apertura di un'indagine da parte della Procura per la vendita dello stadio di San Siro. Attenzione, lo stadio non è ancora stato venduto. Milan e Inter l'11 marzo hanno presentato la proposta di acquisto del Meazza e delle aree circostanti, per 197 milioni di euro secondo la valutazione dell'Agenzia delle Entrate, di cui 72,9 milioni per lo stadio e 124 per le aree. «Una valutazione che arriva dall'Agenzia delle entrate, quindi un organismo dello Stato. A chi avremmo dovuto chiederlo? È l'ente più titolato per farlo» replica secco Sala a chi contesta il prezzo della vendita. Il 18 marzo la giunta ha deliberato le linee guida per il bando della gara pubblica. Ieri in tarda serata il Comune ha lanciato il bando aperto fino al 30 aprile, con l'obiettivo di verificare eventuali proposte migliorative rispetto a quella presentata da Inter e Milan lo scorso 11 marzo per la rigenerazione dell'area costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell'attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione.

Il secondo punto secondo l'accusa è il costo della demolizione di quasi tutto lo stadio (rimarrà in piedi un pezzetto della curva Sud) pari a 80 milioni di euro che il sindaco ha smentito categoricamente essere a carico dell'amministrazione. Ed è proprio sui conti che i cittadini riuniti nel Comitato «Sì Meazza», capitanato dall'ex vicesindaco della giunta Pillitteri Luigi Corbani hanno fatto un esposto che ha dato il la all'inchiesta della Procura, profilando un possibile danno erariale. «È un atto dovuto - ha ribadito Sala- stiamo parlando di un modello 45, che vuol dire il registro degli atti non costituenti notizie di reato. La Procura quando dei cittadini fanno denuncia apre un fascicolo, poi decide come classificarlo, il fatto che l'abbia classificato come 45 è già un passo avanti» continua il sindaco. Così anche rispetto all'ipotesi che qualcuno abbia già fatto delle bonifiche preventive smentisce: «Nessuno ha fatto carotaggi, quando si vende un'area arriva un avviso e quindi va verificato di cosa si parla».

Chiariti, a suo modo, i punti che saranno toccati dall'inchiesta, il sindaco in difficoltà passa all'attacco: «C'è un partito virtuale dei signori del no che non si candidano perché se lo facessero prenderebbero l'1%, ma vogliono condizionare l'operato dell'amministrazione. Se c'è un sindaco che non si vuole fare condizionare sono io, ma se i milanesi tra due anni preferiranno un sindaco che ha paura della sua ombra e che non fa un tubo, saranno problemi dei cittadini». In sostanza Sala tira dritto e rivendica non solo il suo operato, ma anche una resistenza sempre più forte alla destra: «Non lascerò mai Milano a questa destra» ripete come un mantra da qualche settimana.

In giornata il sindaco ha anche incassato il sostegno del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che è sempre stato favorevole alla realizzazione di un nuovo stadio, ma che soprattutto è consapevole della portata dell'operazione irripetibile e di quello che significherebbe annullare tutto ora.

«Sul nuovo stadio cerchiamo di trovare una soluzione - l'invito del Governatore - punto e basta, perché qui mi sembra che si stia rischiando di bloccare tutto quello di cui questa città ha bisogno». Posizione che era stata espressa anche dal ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini qualche settimana fa.

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