Le sale tornano a riempirsi Dopo sei mesi ciak sulla ripresa

Ci eravamo lasciati con un botteghino cinematografico italiano che nel 2009 aveva vissuto più di ombre che di luci. Se, da una parte, l’incasso complessivo era cresciuto per effetto soprattutto dell’aumento del costo degli ingressi in sala (legato alle proiezioni in 3D), a preoccupare gli esercenti era, dall’altra, il segno negativo riguardante i biglietti venduti, addirittura in controtendenza rispetto alla crescita registrata in gran parte dell’Unione Europea. L’Italia, insomma, non sembrava più un Paese per cinefili. I primi sei mesi di questo 2010, invece, mandano segnali più che positivi: la luce in fondo al tunnel è qualcosa di più di un semplice miraggio. Il rilevamento Cinetel del primo semestre indica, infatti, un incoraggiante +16% di tagliandi venduti rispetto ad analogo periodo del 2009, dato che sarebbe stato ancora più alto se non avesse dovuto pagare il dazio dei mondiali di calcio (-12% di presenze rispetto a giugno 2009). Poco male perché complice l’eliminazione degli azzurri e il lancio di due blockbuster come Eclipse e il bellissimo Toy Story 3 la tendenza, nei primi giorni di luglio, si è subito invertita. Insomma, gli italiani sono tornati a mettersi in fila per gustarsi un film su grande schermo alla faccia di tutti quelli che gridavano alla inevitabile ripercussione della crisi. È indubbio che molto del merito vada attribuito all’esplosione definitiva del 3D che ha avuto un duplice vantaggio: rendere più appetibili molte pellicole e, fatto più importante, scoraggiare il download illegale. Che senso avrebbe scaricare un film pensato per essere visto con gli speciali occhialini se poi ti tocca guardarlo male e nel solito formato? Il gioco, di certo, non vale la candela e non soddisfa la curiosità «infantile» di lasciarti trasportare dentro lo schermo.

Non va poi tralasciato l’effetto positivo avuto dalla nostra cinematografia sul botteghino; nel primo semestre dell’anno i film italiani rappresentano il 30% della quota di mercato (rispetto al 25% del 2009), giusto premio a una scuola che ha ritrovato ispirazione, spessore artistico e qualità. E lo spettatore, come testimoniano i dati, ringrazia confermando che la strada intrapresa è quella giusta.

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