Centri ortopedici in rete

Diagnosi e cure più efficaci per i pazienti bisognosi di protesi

Luigi Cucchi

A Torino, a fine mese, dal 28 al 31 ottobre, si terrà il congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot). Particolare l'interesse per questo appuntamento giunto alla 101 edizione. Si parlerà di chirurgia mininvasiva e di nuove procedure. Una metodica per la protesi d'anca verrà presentata al congresso: è la Supercapsular Percutaneously Assisted Surgery (SuperPath).

Parliamo di questi temi con il professor Alessandro Massè, direttore della clinica ortopedica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) di Torino. É un presidio ospedaliero di alta specializzazione nei campi della chirurgia ortopedica e traumatologica, della chirurgia plastica, della neurochirurgia. È inoltre Trauma Center regionale di riferimento per il politrauma, la traumatologia vertebrale, i Grandi Ustionati e la microchirurgia. Ospita la Banca della cute e dei Tessuti muscolo-scheletrici. «I pazienti del terzo millennio affetti da artrosi afferma il professor Massè - hanno esigenze funzionali e lavorative sempre più importanti; la risposta a queste aspettative costituisce l'obiettivo di numerosi centri in Italia specializzati nella chirurgia protesica di anca e ginocchio. I chirurghi ortopedici hanno sposato questi principi e puntato alla più elevata efficienza, alla riduzione dei tempi di degenza e di fisioterapia ed alla più veloce ripresa dell'attività motoria».

Da anni si cercano nuovi materiali tecnologicamente sempre più avanzati da impiegare nella chirurgia protesica ortopedica. A questa attività di ricerca si affianca oggi quella di messa a punto di procedure meno invasive finalizzate ad una chirurgia più funzionale. «L'attenzione dei chirurghi dell'anca negli anni recenti- precisa il professor Massè - si è spostata dal campo dei biomateriali alla ricerca di tecniche chirurgiche che vadano incontro alle richieste di un recupero funzionale rapido e il più completo possibile. L'Italia vanta numerosi centri di assoluta eccellenza dove tutte le moderne tecniche di protesizzazione dell'anca vengono utilizzate, analizzate nei risultati e confrontate. La tecnica percutanea sovracapsulare assistita si affianca ad altre tecniche miniinvasive aggiungendo elementi innovativi ad un accesso tradizionale (postero-laterale) già così efficace da essere il più utilizzato al mondo. Il vantaggio per il chirurgo è quindi rappresentato da una curva di apprendimento significativamente più breve rispetto ad altre tecniche. Per i pazienti gli aspetti positivi di rilievo rispetto alla tecnica classica dovrebbero riguardare la rapidità di recupero post-operatorio con potenziale riduzione dei tempi di ricovero rispetto all'approccio tradizionale. Queste aspettative sembrano confermate dai dati riportati dai primi utilizzatori di tale tecnica in Italia (tra i quali i dottori Merlo (Busto Arsizio), Cusmà (Pavia), Marega (Brescia) e Gallacci (Lucca)». Dalla fase dell' era dell'espansione, con la crescita dei finanziamenti per le strutture sanitarie si è passati prima all'era dei contenimento dei costi degli ospedali attraverso azioni finalizzate al controllo della spesa sanitaria, ed ora a quella della valutazione e misurazione di tutti i trattamenti.

L'obiettivo deve essere il raggiungimento di risultati di salute predefiniti e compatibili con le risorse disponibili. In quest'ottica il tema della rete traumatologica da costituirsi in Italia appare di viva attualità in quanto potrebbe consentire un valido raffronto tra tutti i centri.

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