Il diabete in gravidanza può compromettere le funzioni cognitive del nascituro e replicare questa condizione nelle generazioni future. Ci sono però strategie per evitare importanti conseguenze.
Come riporta Adnkronos, lo stabilisce uno studio dei ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. La ricerca - che ha ricevuto il finanziamento dal Ministero dell'Istruzione, della Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute - è stata pubblicata su Nature Communications ed è stata presentata in anteprima al congresso della Society for Neuroscience di Chicago.
“Finora- spiega Claudio Grassi, direttore dell'Istituto di Fisiologia Umana dell'Università Cattolica - gli studi sugli effetti delle malattie metaboliche sulla salute del cervello si sono concentrati sui pazienti stessi. La nostra ricerca sottolinea come problemi metabolici durante la gravidanza possano ridurre la plasticità del cervello anche nelle generazioni successive, compromettendone l'apprendimento e la memoria”.
Lo studio è avvenuto sugli animali con diabete gestazionale: i cuccioli presentavano ridotte capacità di apprendimento e memoria e questa condizione si presentava anche nei figli, nei nipoti e nei pronipoti di questi cuccioli.
Secondo gli esperti, il diabete gestazionale lascia un segno del Dna e provoca la carenza nel cervello dei cuccioli di un fattore essenziale per lo sviluppo e il funzionamento del cervello stesso, il fattore di crescita Bdnf.
“La buona notizia - chiosa Grassi - è che questa condizione può essere cancellata adottando un corretto stile di vita.
Infatti, l'esercizio fisico e l'allenamento mentale sono in grado di correggere il danno, ripristinando le performance cognitive e interrompendo la trasmissione dello stesso alle generazioni successive mediante un'azione esercitata sui medesimi bersagli molecolari alterati dall'insulto metabolico”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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