Ferrara, operato di tumore al cervello mentre suona il clarinetto

È la prima volta che in Italia che viene eseguita un'operazione simile: il paziente è rimasto sveglio e ha suonato lo strumento

Ferrara, operato di tumore al cervello mentre suona il clarinetto

Operato al cervello mentre suona il clarinetto: è l'eccezionale intervento, primo in Italia nel suo genere, portato a termine con successo all'ospedale S.Anna di Ferrara, su un musicista professionista con un tumore cerebrale.

Il paziente la scorsa estate ha avuto un'improvvisa crisi epilettica. Le indagini hanno confermato che la causa risiedeva in un tumore localizzato nell'area cerebrale sensitiva di destra, la stessa da cui deriva la percezione della sensibilità a mano e braccio di sinistra.

L'uomo suona il clarinetto, uno strumento che richiede movimenti veloci, precisi e pressochè automatici delle dita. Così, per la prima volta in Italia, su proposta del neurochirurgo, Pasquale De Bonis e del direttore della Neurochirurgia, Alessandro Cavallo, si è deciso di intervenire asportando la neoplasia mentre il paziente, la cui disponibilità è stata fondamentale, suonava il clarinetto. Stimolando nella fase operatoria specifiche zone cerebrali, spiega l'ospedale di Ferrara, sono stati evocati disturbi sensitivi complessi.

Lo stesso paziente ha così potuto riferire di non riuscire a gestire bene le dita della mano sinistra per un'alterazione transitoria della sensibilità. Fatto riscontrabile con errori nell'esecuzione dei brani. Questo ha consentito ai professionisti di procedere con "mappa e confini" evitando anche il minimo rischio di danni invalidanti. L'intervento, eseguito nel settembre scorso, è durato quattro ore, metà delle quali con paziente sveglio.

La risonanza magnetica post-operatoria ha mostrato l'ottimale asportazione della neoplasia. Il musicista, dimesso dopo pochi giorni, ha di recente inviato ai medici del reparto un video da cui emerge che esegue alla perfezione alcuni brani di musica classica. In caso di tumori cerebrali l'obiettivo neurochirurgico è duplice: asportare quanta più massa possibile, spiega l'ospedale S.Anna di Ferrara, e minimizzare i potenziali danni alle funzioni cerebrali provocati dalla chirurgia stessa.



Premesso che esistono strumenti per monitorare le funzioni motorie, ma non le sensitive, l'intervento avrebbe potuto essere eseguito in awake surgery, con monitoraggio intraoperatorio della funzione motoria, grazie alla registrazione dei cosiddetti 'segnali elettricì da parte dei neurofisiologi.

Il fatto che il paziente sia un musicista professionista ha costituito la base per tentare di presidiare, con esiti che si sono rivelati positivi, anche il sensitivo.

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