Reparti di pronto soccorso ridotti come campi di battaglia: sovrafollamenti, promiscuità, persone che aspettano ore su barelle o addirittura buttati a terra, attese infinite. L'indagine dell'Anaao, il più rappresentativo sindacato dei medici ospedalieri, non lascia scampo.
A causa dei tagli ai posti letto e a un bel po' di disorganizzazione, le attese in astanteria dei pazienti che dovrebbero essere ricoverati durano fino a 60 ore, quasi tre giorni. Secondo gli standard ospedalieri la permanenza al pronto soccorso non dovrebbe superare le due ore, ma il termine non viene rispettato da tre ospedali su quattro. Così i pazienti restano parcheggiati sulle barelle in grandi stanzoni senza privacy. L'anno scorso ben 25mila pazienti hanno stazionato in attesa del ricovero tra le 24 e le 60 ore.
Per chi non ha bisogno di essere ricoverato, ma di una semplice visita, le cose non vanno meglio. Nei periodi di sovraffollamento, cioè nei mesi invernali quando l’influenza imperversa, i tempi di attesa in media sono: 4 ore per un codice bianco, 5 ore per un codice verde e 2 ore per un codice giallo, sebbene segnali i casi già gravi.
Gli accessi impropri al pronto soccorso sono il 24% del totale e assorbono appena il il 15% delle ore di lavoro del personale medico. Il problema, rileva l'Anaao, è la mancanza di letti: i pazienti che arrivano in reparto dai pronto soccorso assorbono ormai ben oltre la metà dei letti a disposizione, che già sono circa 71mila in meno di quelli che si contavano nel 2000. Una carenza che si ripercuote sui ricoveri programmati, creando liste d'attesa infinite.
"Ormai a causa della carenza di posti letto i ricoveri urgenti alimentati dai pronto soccorso sono il 56% del totale e per quelli programmati, come in oncologia o per la piccola chirurgia, le liste d’attesa si allungano: 68 giorni per un’ernia inguinale oltre 90 per una tonsillectomia", ha spiegato il dottor Domenico Montemurro, responsabile di Anaao giovani, che ha condotto l’indagine.
L’Agenas, l’Agenzia dei servizi sanitari regionali che monitorizza le performance degli ospedali, ha stilato la classifica per efficienza dei nosocomi. Caso virtuoso del Sud è il Santobono di Napoli, che riesce a trattare ciascuno dei suoi oltre 100mila accessi l’anno, un record, in meno di mezza giornata. Situazione critica, invece, all'Annunziata di Cosenza, dove un paziente su quattro in pronto soccorso ci mette radici per un giorno intero. Così come negli ospedali Pertini, Sant’Andrea, San Filippo Neri, Sant’Eugenio e Policlinico Tor Vergata della capitale, che costringono tra il 12% e il 17% dei propri pazienti a stazionare 24 ore in pronto soccorso. Di poco più bassa la percentuale del San Giovanni Bosco di Torino.
"Le immagini trasmesse dai media di attese infinite in barella, sovraffollamento e promiscuità sono la chiara dimostrazione di cosa abbiano prodotto
i tagli lineari a posti letto e personale" punta il dito Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao. Un atto d’accusa, scrive La Stampa, alle politiche sanitarie di oltre dieci anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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