Il 17 novembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Prematurità.
In Italia si registrano circa 32.000 nascite pretermine annuali ma non sempre le cause del parto prematuro sono note. Vi sono però dei fattori che ne aumentano la probabilità. Tra essi si annoverano la gravidanza gemellare o multipla, alcune condizioni di salute che interessano la mamma o il feto oppure il fatto di aver avuto un bambino prematuro in precedenza. I neonati prematuri risultano più esposti a malattie e infezioni. Inoltre in molti casi è necessario il ricovero in unità di terapia intensiva neonatale.
Non è assolutamente facile prendersi cura di un bambino prematuro. Fondamentale è il ruolo del latte materno, come spiega il dottor Luigi Piero Biondi, Responsabile Pronto Soccorso e Reparto Casa pediatrica Ospedale Fatebenefratelli di Milano: «I neonati prematuri presentano tratti gastrointestinali immaturi, che possono causare problemi di digestione e assorbimento delle sostanze nutritive. Pertanto, questi neonati hanno bisogno di un alimento facilmente gestibile dai loro delicati intestini. Il latte delle mamme dei neonati prematuri contiene più grassi e immunoglobulina secretoria rispetto al latte delle mamme dei bambini nati a termine e contiene enzimi che aiutano il neonato nella digestione, nonché il fattore di crescita epidermico che a propria volta favorisce la maturazione del suo intestino».
«Aspetto ancora più importante, - aggiunge Biondi - neonati prematuri alimentati con il latte della loro mamma tendono a essere dimessi in media due settimane prima rispetto a quelli alimentati con latte artificiale. Il latte materno è così importante per i neonati prematuri che, se per qualsiasi motivo le loro mamme inizialmente non riescono a fornire loro abbastanza latte, per ovviare possono essere alimentati con latte donato da altre mamme che allattano anziché ricorrere al latte artificiale».
Spesso da parte del genitore risulta difficile costruire una relazione empatica con il neonato. Ciò può causare la perdita di identità da parte del genitore che prova un senso di inadeguatezza che potrebbe sfociare in una depressione post partum. «La nascita pretermine e il successivo ricovero in Terapia Intensiva Neonatale sono eventi bruschi e violenti- prosegue la dottoressa Beatrice Casoni, Psichiatra presso casa di cura Quisisana Ferrara - che pongono i genitori in una condizione di forte stress in un momento in cui non hanno ancora completato il cammino verso la genitorialità. I genitori possono, quindi, manifestare sintomi e segni caratteristici del disturbo post traumatico da stress con vissuti emotivi negativi, quali rabbia, autosvalutazione, sentimenti di colpa e sensazione di perdita del controllo, impotenza, anticipazione del lutto, ansia, deflessione del tono dell'umore.».
«Tutto questo non solo compromette il benessere dei genitori - sottolinea la dottoressa Casoni -, ma può influenzare negativamente lo sviluppo dell'attaccamento genitori-figlio. Tutti questi sintomi hanno, di solito, un denominatore comune quali la costante sospensione tra la vita e la morte e la perdita dell'identità di genitore sostituito dalle macchine che si "occupano" del bambino. Tali condizioni, se non riconosciute e adeguatamente trattate, possono dare origine a disturbi psichici veri e propri».
Di fondamentale importanza è favorire il contatto fisico madre-figlio, il noto metodo canguro. Apporta benefici non solo al bambino ma anche alla mamma e alla sua produzione di latte.
Il contatto fisico tra madre e figlio infatti aiuta a calmare e regolare la respirazione e il battito cardiaco del neonato. Inoltre secondo gli esperti importante è instaurare una comunicazione efficace tra genitori e staff sanitario. Solo così ci si può sentire supportati e incoraggiati per superare un momento tanto delicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.