In Italia, secondo alcuni dati statistici, interessa il 10% degli uomini di età compresa tra i 50 e i 70 anni. La malattia di Peyronie, detta anche induratio penis plastica (Ipp) è un'anomalia anatomica del pene legata alla formazione di tessuto fibroso-cicatriziale all'interno dei corpi cavernosi. La patologia, scoperta per la prima volta nel 1743 dal medico François Gigot de Peyronie, rappresenta una delle principali cause di una condizione nota come pene curvo. L'organo genitale maschile presenta dei corpi cavernosi attraversati dalle arterie omonime. Esternamente è rivestito dalla tunica albuginea, un tessuto connettivale estremamente elastico. Durante l'erezione il sangue, scorrendo per le suddette arterie, allarga i corpi cavernosi e provoca il raddrizzamento del pene. Quest'ultimo si definisce curvo quando, con l'erezione, assume una curvatura anomala e dolente. La curvatura può essere in varie direzioni. L'algia invece se intensa, è in grado di impedire una normale attività sessuale.
La formazione di tessuto fibroso-cicatriziale sembra essere successiva ad uno o a più eventi traumatici a danno dell'organo. Questi traumatismi possono aver luogo durante rapporti intimi, in occasione di incidenti sportivi o sul posto di lavoro. Tuttavia in certi soggetti la malattia di Peyronie si sviluppa anche in assenza di lesioni. Ecco, dunque, che alcuni studi hanno fatto luce sugli svariati fattori di rischio che favoriscono la sua insorgenza. Innanzitutto l'ereditarietà e l'età avanzata. Sotto la lente di ingrandimento, poi, alcune patologie che colpiscono il tessuto connettivo, come il morbo di Dupuytren. Incriminati, altresì, taluni interventi chirurgici alla prostata e il fumo di sigaretta, anche se i dati scientifici in merito non sono ancora esaustivi.
L'insorgenza della malattia può essere brusca o può avvenire in maniera graduale. Essa è essenzialmente legata alla comparsa di due segni caratteristici, ovvero il pene curvo e la formazione sullo stesso di una protuberanza percettibile al tatto. Si tratta proprio del nodulo fibroso-cicatriziale che appare come una specie di placca rigida oppure come un agglomerato di consistenza molto dura. Talvolta l'erezione è accompagnata da dolore e risulta difficile da mantenere. È possibile, inoltre, che si verifichi una riduzione della dimensione del pene. La curvatura dell'organo tende a peggiorare solo nella fase iniziale. Con il tempo, infatti, il nodulo si stabilizza. La malattia di Peyronie ha ripercussioni non solo sul piano fisico, ma anche su quello psicologico.
Prima di intraprendere qualsiasi decisione in merito alla terapia da adottare, il medico valuta una serie di condizioni: se la curvatura del pene è severa o se tende a peggiorare, se il paziente accusa algia e se è in grado di mantenere l'erezione. Terminate le considerazioni del caso, due sono gli approcci terapeutici. Quando la curvatura è moderata e non impedisce di avere rapporti sessuali, si opta per un trattamento conservativo a base di farmaci.
Per la precisione vengono iniettati direttamente nell'organo il verapamil, l'interferone e la collagenasi di Clostridium histolyticum. Quando, invece, la curvatura è grave, si raccomanda l'operazione chirurgica. Ne esitono di tre tipi. L'intervento di Nesbit, l'impianto di una protesi peniena e il triplo intervento di incisione-excisione-trapianto.
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