Dal latino"meditatio" ovvero "riflessione", con il termine meditazione si indica una pratica impiegata per raggiungere una maggiore padronanza delle attività mentali. Attraverso essa, dunque, la mente impara a concentrarsi su un solo pensiero o su un preciso elemento della realtà così che, cessato il suo usuale mormorio di sottofondo, si acquieta e si pacifica.
Seppur i suoi scopi sono vari (religiosi, filosofici, spirituali, volti al miglioramento delle condizioni psicofisiche), in linea di massima la meditazione si pone come obiettivo principale l'auto-realizzazione. La ricerca di una maggiore consapevolezza di se stessi è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali pratiche religiose. Il primo riferimento alla meditazione risale alle scritture induiste, compilate a partire dal IX-VIII secolo a.C., ed è giunto fino a noi con il termine sanscrito"dhyāna".
La meditazione, dalla filosofie orientali al cristianesimo
Secondo le filosofie orientali, con la meditazione ciascun individuo è in grado di riconoscere la distinzione tra un "io egocentrico", che si identifica con l'essere io, e "l'io" capace di osservare l'osservatore. Esiste, poi, una stretta connessione tra lo yoga e la pratica della dhyāna. Entrambi, infatti, favoriscono l'esperienza della visione a un livello superiore, dell'illuminazione, cioè della rivelazione della divinità onnipresente e della cosiddetta consapevolezza senza pensieri.
Nella mente si acquieta il quotidiano rimuginio e viene lasciato spazio all'assoluta tranquillità. Nel cattolicesimo, invece, la meditazione è una forma di preghiera interiore ed è strettamente legata al pensiero e alla riflessione sulla parola di Dio. Viene fatta in una chiesa, in una cappella o in un ambiente privato, preferibilmente di mattina presto, prima di ogni altra attività della giornata.
Meditazione, come farla?
La meditazione è uno strumento fondamentale per approfondire i propri lati più nascosti. Per praticarla, è bene innanzitutto indossare indumenti comodi e rifugiarsi un posto tranquillo. Importante è, altresì, stabilire il tempo da dedicare alla pratica. Si può iniziare con una seduta al giorno di cinque minuti, per poi giungere a due sessioni giornaliere di venti minuti ciascuna.
Una volta scelta la posizione più confortevole e dopo aver chiuso gli occhi, ci si deve concentrare sul respiro, avvalendosi di immagini mentali, ad esempio il movimento della pancia che si solleva. Alcune forme di meditazione prevedono la ripetizione di un mantra, ovvero un suono, una parola o una frase. Numerosi sono i benefici di questa pratica: diminuzione di ansia e stress, attenuazione della depressione, rafforzamento delle difese immunitarie, abbassamento dei livelli di rabbia e di fatica.
La meditazione aumenta il benessere percepito nella terza età
Secondo numerosi studi, la meditazione fa bene anche agli anziani. La terza età è un periodo dell'esistenza assai complesso. Al declino delle condizioni fisiche e delle competenze cognitive, si associano altresì perdite riguardanti le relazioni sociali e affettive. Tutti questi fattori di stress potrebbero causare una diminuzione del benessere, inteso come percezione soggettiva della salute.
Una ricerca, condotta dallo psichiatra A. J. Dutt, ha voluto focalizzare l'attenzione sul ruolo della meditazione e dei pensieri negativi ripetitivi nella relazione tra i sintomi depressivi e le esperienze personali di invecchiamento. Dall'indagine, a cui hanno preso parte 423 soggetti di età compresa tra i 40 e i 98 anni, è emerso che la pratica meditativa modera l'effetto negativo che alti livelli di consapevolezza relativi alle perdite hanno sulla sintomatologia depressiva. In altre parole, la mindfulness dona al cervello uno stato di pace, il quale si traduce in una percezione aumentata del benessere.
La meditazione riduce la solitudine degli anziani
Da tempo è stato dimostrato che la solitudine negli anziani aumenta il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer e alcune malattie cardiovascolari. Spesso i tentativi di arginarla con programmi di reti sociali si rivelano inefficaci. Un ruolo importante, in questo caso, è ricoperto dalla meditazione.
Lo studioso J.
David Creswell della Carnegie Mellon University, con una ricerca pubblicata su "Brain, Behaviour & Immunity", ha scoperto che la pratica meditativa abbassa i livelli di infiammazione, ritenuti fautori dello sviluppo e della progressione di molte patologie, tra cui il cancro, i disturbi neurodegenerativi e quelli cardiovascolari. Allenare la mente, dunque, è importante tanto quanto tenere in esercizio i muscoli in palestra. Bastano otto settimane di mindfulness per diminuire e combattere la solitudine della terza età.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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