Morbo di Alzheimer: scoperta una nuova demenza senile

È stata scoperta una nuova forma di demenza senile che per molto tempo è stata confusa con il morbo di Alzheimer: provoca deficit cognitivi e di memoria ma si sviluppa molto lentamente

Morbo di Alzheimer: scoperta una nuova demenza senile

Esiste una nuova malattia neurodegenerativa. È una particolare demenza senile che spesso viene confusa con l’Alzheimer.

Essa colpisce gli anziani e mima gli stessi effetti e comportamenti delle persone affette dal Morbo di Alzheimer. Essa causa una serie di errate e scorrette diagnosi di Alzheimer in tutta la comunità scientifica odierna. Questa inaspettata scoperta emerge da una recente ricerca pubblicata sulla nota rivista scientifica “Brain”.

La ricerca in questione è stata il frutto di una collaborazione internazionale tra scienziati da tempo studiosi di malattie neurodegenerative. La nuova patologia è stata descritta come Late o 'Limbic-predominant age-related TDP-43 encephalopathy'. Il lavoro di ricerca scientifica vede coinvolti il Southwest Medical Center dell'Università del Texas, il Rush University Medical Center, l'Università di Cambridge (Gb), l'Università del Kentucky.

Il team di ricercatori della Mayo Clinic ha contribuito con abilità e professionalità a scoprire il nome di questa malattia neurodegenerativa, simile all’Alzheimer. La verità che è emersa è che un terzo dei presunti casi di Alzheimer potrebbe esser causato dalla malattia ora individuata.

A causare la nuova malattia, è l'accumulo della proteina TDP-43 nel cervello. Essa è presente in ben 1 anziano su 5 dopo gli 80 anni. Il nuovo studio evidenzia che questo processo porta ad alterazioni della memoria e delle abilità cognitive simili all'Alzheimer. Con la differenza che questo tipo di demenza ha uno sviluppo più lento. La proteina TDP-43 per molti anni è stata studiata dai ricercatori della Mayo Clinic ma solo tramite questo nuovo studio è stata riconosciuta questa nuova forma di demenza senile.

Il prossimo obiettivo comune dei ricercatori coinvolti in questa sorprendente

ricerca è sensibilizzare e informare adeguatamente i clinici su questa nuova forma di demenza che non va trattata come il morbo di Alzheimer. Essa infatti necessita di essere analizzata con precisione e trattata adeguatamente.

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