A Orlando efficaci anticorpi monoclonali

Luisa RomagnoniRara e aggressiva. Prevalentemente pediatrica, ancora difficile da trattare quando colpisce nell'età adulta. É la leucemia linfoblastica acuta (LLA). Una patologia oncoematologica, per la quale oggi l'immunoterapia, apre possibilità terapeutiche del tutto innovative ed efficaci, che prescindono dalle varie categorie, nelle quali si manifesta. Il tema è stato al centro dell'attenzione al 57° Congresso dell'American Society of Hematology (Ash), svoltosi di recente a Orlando (Florida), dove sono stati presentati nuovi dati dal programma di sviluppo clinico di un anticorpo monoclonale, blinatumomab (autorizzato di recente da Ema per il trattamento della LLA da precursori delle cellule B Philadelphia-negativa, recidivata o refrattaria). Il farmaco si annuncia come un avanzamento terapeutico importante. É capostipite di una nuova classe di anticorpi monoclonali definiti bispecifici, Bite (bi-specific T-cell engagers), una piattaforma tecnologica all'avanguardia che aiuta il sistema immunitario a individuare e colpire il cancro. L'anticorpo monoclonale bispecifico agisce da mediatore: da una parte c'è la cellula leucemica che deve essere uccisa, dall'altra c'è il linfocita citotossico T che deve ucciderla e questo anticorpo monoclonale, fa da ponte avvicinandoli», spiega Giovanni Martinelli, docente di ematologia, dell'istituto ematologico Seragnoli, Alma Mater Studiorum, università di Bologna. «É una strategia assolutamente innovativa, molto interessante ed efficace».

Sul questo tipo di approccio, immunoterapico, vale a dire sulla capacità di risvegliare il sistema immunitario addormentato e guidarlo a colpire le cellule tumorali, è stato condotto un interessante studio clinico di fase II Alcantara (al quale Martinelli con la sua équipe, ha contribuito in modo significativo), multicentrico, senza confronto, prevedeva la somministrazione di blinatumomab nella LLA, con variante cromosomica Philadelphia positiva (la più frequente negli adulti e a prognosi peggiore). I risultati sono promettenti: il 36 % dei pazienti ha ottenuto una remissione completa della leucemia. .

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