L'Alzheimer, come ogni malattia, fa molta paura e la scienza medica sta cercando di combatterla con insistenza, sperimentando dei metodi validi per contrastarla con maggiore anticipo. E in questo senso sembra che la strada sia stata tracciata, soprattutto alla luce di una nuova scoperta tratta da uno studio britannico. Ricercatori dello University College di Londra hanno scoperto come, attraverso una scansione del collo di appena cinque minuti, si possa arrivare a predire la demenza circa un decennio prima della comparsa dei classici sintomi.
Lo studio britannico ha coinvolto oltre 3.000 persone: dai primi risultati si è potuto notare che chi aveva battiti più intensi nella zona del collo avevano il 50% in più di probabilità di subire un declino cognitivo nell'arco di dieci anni. Il passo successivo è stato la ripetizione dell'esperimento su un più ampio numero di persone, in modo tale da far diventare la scansione del collo un test di routine a cui sottoporre le persone di mezza età.
Misurando i battiti dal polso, come normalmente si fa, accade che la pulsazione viene ammortizzata dai vasi sanguigni. Nelle persone anziane e in quelle con una pressione sanguigna intensa, invece, i vasi sanguigni diventano più rigidi e la pulsazione diventa troppo forte. Ovviamente un impulso maggiore verso il cervello può causare problemi cognitivi e potenziali sanguinamenti minori, conosciuti anche come "mini ictus".
I ricercatori hanno misurato i battiti di 3.191 persone con un'età media di 61 anni utilizzando una delle più grandi arterie carotidi che forniscono sangue alla testa. Ciò è stato fatto tramite un'ecografia che registra le onde sonore che rimbalzano sui vasi sanguigni. Nei successivi 15 anni i pazienti sono stati monitorati. Un quarto dei partecipanti con la più alta intensità di battiti aveva il 50% in più di probabilità di avere un declino cognitivo accelerato, con una maggiore probabilità, quindi, dello sviluppo dell'Alzheimer.
Il declino cognitivo, in buona sostanza, consiste nella notevole riduzione della memoria, del linguaggio, del pensiero e delle capacità di giudizio ed è spesso uno dei primi segnali della demenza, sebbene non sempre porti a tale condizione. I risultati dello studio sono stati presentati alla conferenza dell'American Heart Association Scientific Sessions che si è tenuta a Chicago. Il dottor Scott Chiesa dell'University College di Londra ha affermato come i risultati abbiano mostrato una causa facilmente riconoscibile e potenzialmente curabile e che, appunto, può essere individuata con largo anticipo.
Sull'argomento si è espresso anche il professor Metin Avkiran, della British Heart Foundation che ha cofinanziato la ricerca: "Ciò di cui abbiamo bisogno ora è un'ulteriore ricerca, ad esempio per capire se i cambiamenti dello stile di vita e i farmaci che riducono
l'intensità delle onde del polso ritardano anche il declino cognitivo." Dunque, è un passo importante per la precoce diagnosi su una importante malattia come L'Alzheimer ma ciò non basta: servono ancora ulteriori sforzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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