La rigenerazione delle ossa

Progressi nella lotta alle gravi infezioni ed ai processi degenerativi

Luigi Cucchi

A Milano incontro organizzato dall'European Society Tissue Regeneration in Orthopaedics and Traumatology (Estrot)), società medico scientifica europea che si occupa di rigenerazione tissutale. Vi fanno parte i più apprezzati docenti delle migliori università europee ed i primari ortopedici e traumatologi. Il dibattito sui nuovi orizzonti di questa area della scienza medicasi si è svolto in un Centro di eccellenza: l'ospedale Gaetano Pini di Milano, stella di prima grandezza. Francesco Laurelli è il direttore generale dell'Asst Gaetano Pini CTO, Paola Navone direttore sanitario.

«In Italia ogni anno vengono impiantate 160mila nuove protesi d'anca e sono sempre più numerose anche le protesi di spalla, ginocchio e articolazioni minori», spiega il professor Giorgio Maria Calori, presidente del convegno europeo e primario del Gaetano Pini, «Abbiamo discusso della preservazione e conservazione ossea. Ci siamo confrontati sull'osteonecrosi, ha un'incidenza elevata ed p in crescita per l'allungamento della vita: solo negli Stati Uniti più di 20mila persone ogni anno entrano negli ospedali per l'osteonecrosi dell'anca. Spesso sono colpite da questa malattia entrambe le articolazioni». Si è parlato di tecnologie mininvasive che permettono di evitare la protesizzazione articolare dell'anca, del ginocchio, della spalla e della caviglia. «Queste metodiche - precisa il professor Calori si eseguono in ambulatorio, e portano alla guarigione nell'84% dei casi. Evitano di dover ricorrere alla protesi o, nel 16% dei casi, la rendono non necessaria per anni. Un ottimo risultato in un'epoca di crescente spesa protesica per l'aumentata richiesta legata all'invecchiamento della popolazione, ai nuovi stili di vita che impongono maggiori richieste funzionali, al riflesso delle migrazioni e non da ultimo alle inevitabili riprotesizzazioni. L'osteonecrosi epifisaria colpisce giovani in età lavorativa, ma anche molti bambini. Al Polo didattico del Gaetano Pini, chirurghi ortopedici, reumatologi, si sono confrontati su casi clinici, l'evoluzione radiologica a supporto del chirurgo, l'epidemiologia, le classificazioni medico-scientifiche relative alle osteonecrosi, l'applicazione di tecniche mininvasive, primarie e di supporto, nell'ambito ortopedico, reumatologico e farmacologico. Due sessioni hanno riguardano gli approfondimenti dell'utilizzo della tecnica AVN per i pazienti in età pediatrica e per gli adulti con presentazione e discussione di diversi casi clinici.

«La tecnica AVN precisa il professor Calori - è utilizzata nel caso di osteonecrosi. Qielle epifisarie della testa del femore vengono trattate rivitalizzando la testa del femore mediante l'asportazione del tessuto necrotico e l'innesto di biotecnologie in politerapia. Scopo della procedura è il salvataggio della testa, evitando la protesizzazione totale dell'anca, intervento ben più impegnativo ed invasivo, nonché caratterizzato da lunghi tempi operatori, maggiori perdite ematiche ed aumentati rischi per il paziente, senza tralasciare l'importante invalidità residua e il costo sociale».

La politerapia impiega cellule staminali stromali, prelevate al paziente dal bacino, fattori di crescita ottenuti in laboratorio e supporti

di sostegno (scaffold), intercalati fra i monconi ossei. «Queste sostanze - aggiunge Calori - unite a mezzi di osteosintesi (placche, chiodi) determinano un'azione biologica rivitalizzante, che favorisce la fusione ossea».

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