Schizofrenia, scoperta la proteina sinaptica deficitaria

Lo studio, condotto dai ricercatori del London Institute of Medical Sciences, è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications

Schizofrenia, scoperta la proteina sinaptica deficitaria

È una delle malattie psichiatriche maggiormente diffuse. Secondo l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ne soffrono circa 24milioni di persone. In Italia, invece, si stimano circa 245mila casi. La schizofrenia è un disturbo cronico e invalidante che colpisce il cervello. Il termine deriva dal greco e significa 'mente separata'. Lo schizofrenico, infatti, ha serie difficoltà a riconoscere la realtà e a gestire le proprie emozioni. Attualmente sono diverse le ipotesi relative alle cause della malattia. Si parla di una eziopatogenesi multifattoriale, ovvero la sua insorgenza è legata a molteplici fattori. Tra questi vi sono innanzitutto l'ereditarietà, gli eventi traumatici avvenuti durante il periodo della gestazione, lo stress ambientale e quello psicologico. È stato altresì osservato che parti difficili aumentano di due o tre volte il rischio di sviluppare il disturbo. Ciò, molto probabilmente, è dovuto al fatto che il cervello subisce un danno durante il suo sviluppo. A tal proposito, l'ipossia perinatale è un evento pericoloso. Sotto la lente di ingrandimento anche gli agenti infettivi. Se durante il primo trimestre di gravidanza, ad esempio, si contrae il virus influenzale, i rischi aumentano di circa sette volte.

La schizofrenia, generalmente, viene suddivisa in tre gruppi di sintomi a loro volta distinti in positivi, negativi e cognitivi. I primi, rappresentati da un tipico comportamento psicotico, comprendono: manie derivanti da false credenze, disturbi del pensiero e disordini del movimento. I secondi, invece, sono associati ad anomalie delle emozioni e dell'atteggiamento. Tali manifestazioni sono più difficili da riconoscere e spesso vengono scambiate per depressione. Sono sintomi negativi: parlare monotono senza muovere la faccia o parlare poco, incapacità di intraprendere o sostenere attività pianificate e assenza di piacere nella vita quotidiana. L'ultimo gruppo è rappresentato dai sintomi cognitivi. Tra questi si ritrovano: difficoltà della concentrazione, riduzione delle funzioni esecutive, problematiche relative alla memoria di lavoro. In generale l'individuo schizofrenico può sentire voci che altri non odono ed è convinto che chi lo circonda complotti contro di lui. Quest'ultimo pensiero rende il soggetto particolarmente agitato.

Uno studio del London Institute of Medical Sciences, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha dimostrato l'esistenza di un'alterata connessione sinaptica nei pazienti affetti da schizofrenia. In particolare nei malati si osservano minori quantità di una proteina ubicata a livello delle sinapsi e chiamata SV2A (synaptic vesicle glycoprotein 2A). Una diminuzione della stessa si verifica soprattutto nelle aree frontali della corteccia cerebrale, quelle cioè coinvolte nelle attività di pianificazione. La proteina SV2A già in passato era stata identificata come un buon marcatore della densità delle terminazioni sinaptiche. I ricercatori, durante le ultime indagini, si sono avvalsi della tomografia ad emissione di positroni. Il funzionamento della PET si basa sull'iniezione di un tracciante, ovvero di un radiofarmaco formato dall'unione di una molecola metabolicamente attiva con un radioisotopo a vita breve.

Proprio lo sviluppo di questi traccianti ha permesso agli scienziati di identificare per la prima volta i livelli inferiori di SV2A negli schizofrenici. Una scoperta come questa è fondamentale per migliorare in futuro l'approccio terapeutico.

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