Valter Pagliarulo
Gli italiani devono sempre più spesso mettere mano al portafoglio per soddisfare le loro legittime esigenze sanitarie. L'incremento nominale di 6,7 miliardi di euro di spesa totale nel periodo 2010-2017, spiega il rapporto Censis diffuso in occasione del Welfare Day, è per il 95% costituito di spesa sanitaria in capo alle famiglie e per il restante 5% da spesa pubblica. In 7 anni la spesa in capo alle famiglie come valore nominale corrente è cresciuta di quasi 6,4 miliardi di euro, quella pubblica di soli 336 milioni. Tutto questo significa che nel 2017 ogni 10 euro spesi per l'assistenza sanitaria, circa 2,5 (un quarto del totale) sono stati a carico delle famiglie.
Infatti, la spesa sanitaria pubblica procapite in termini reali nel periodo 2010-2016 in Italia si è ridotta dell'8,8%, mentre in Germania è aumentata dell'11,4%, in Francia del 6,2% e nei Paesi Bassi del 2,6 per cento. Tale voce si è ridotta solo nei Paesi caratterizzati da una crisi economica paragonabile o superiore a quella italiana, come Spagna (-3,8%), Portogallo (-14,4%) e Grecia (-38,3%).
La spesa sanitaria privata è in Italia, come quota della spesa sanitaria totale, maggiore di quella delle principali economie dell'Unione europea e inferiore solo ai valori, per esempio, di Spagna, Portogallo o Grecia, o dei Paesi dell'Est. La spesa sanitaria privata in rapporto alla spesa totale per consumi pesa di più per le famiglie con reddito fino a 40mila euro rispetto a quelle con reddito pari ad almeno 120mila euro. Insomma, la possibilità di curarsi o curare un proprio familiare è diventata un fattore di discriminazione.
Ecco perché, come evidenziato dal rapporto Welfare Index PMI 2018, il 42% delle imprese ha deciso di supplire a queste carenze del Sistema sanitario nazionale in favore dei propri dipendenti attuando, per mezzo della contrattazione aziendale, almeno un'iniziativa nella macro area della salute e assistenza, percentuale in crescita rispetto al 32,2% del 2016. Un terzo delle imprese considera, poi, prioritario investire nei prossimi 3-5 anni nell'assistenza a beneficio dei dipendenti e dei loro familiari, sostenendo attraverso il welfare aziendale le famiglie con servizi di assistenza per gli anziani e per le persone non autosufficienti.
In particolare, la sanità complementare è attuata dal 35,7% delle Pmi concretizzandosi nella adesione ai fondi collettivi di categoria in
misura pari al 25,2 per cento. Il comparto del family care, invece, ha enormi possibilità di sviluppo, in quanto solo una ristretta minoranza di piccole e medie aziende utilizza questa forma di benefit nella contrattazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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