San Camillo, nove «pacchi» di Natale

Una pioggia di nomine. Anzi, meglio, una vera e propria valanga. Addirittura nove, sull’uscio della doppia cifra. E non di gregari, ma di pesci grossi, ovvero primari, pardon «direttori di struttura complessa», come impone la dizione moderna in burocratese. È successo al San Camillo-Forlanini, a un pugno di settimane dalle elezioni. È successo grazie a una delibera fresca fresca, confezionata due giorni prima della vigilia di Natale, il 22 dicembre. Al punto che, a pensar male, l’infornata di nomine appare come un gigantesco regalo, fiocco rosso incluso. «Un favore elettorale in piena regola, inutile girarci intorno», taglia corto Massimiliano Maselli, consigliere regionale del Pdl. Con il vantaggio che, come si sa, quando tutti pensano alle vacanze i blitz vanno a segno nell’indifferenza generale.
I fatti: la direzione generale dell’azienda sanitaria a cui fanno capo San Camillo e Forlanini ha bandito nove incarichi di durata minima quinquennale per alcuni dei reparti chiave del nosocomio di Monteverde: dalla radiodiagnostica alla cardiologia, dalla chirurgia generale ad anestesia e rianimazione. E così via, fino ad arrivare a quota nove. In una volta sola. «Mi sembra il momento meno opportuno per un’operazione del genere - è critico Maselli - perché il consiglio è sciolto, le commissioni pure e siamo prossimi al voto».
Gatta ci cova? «Certamente sì. Temo che la meritocrazia in questo caso c’entri poco e che non sia possibile ridursi all’ultimo momento. Già è grave questa evidente incapacità di programmazione dell’attuale dirigenza dell'ospedale. Ma il sospetto è che questi concorsi siano uno specchietto per le allodole, che i posti siano già stati assegnati. Per non parlare dell’aumento dei costi, che l’azienda dovrà gestire. Con quale copertura, mi chiedo».
A scavare nei dettagli della manovrina natalizia, l’umore peggiora ancora. Due le principali anomalie che fanno a botte con il giro di vite imposto al Lazio per arrestare gli sprechi in terra sanitaria. Innanzitutto il posto di primario dell’unità complessa di chirurgia endocrina bariatrica, «che è stata istituita ad hoc (prima era un’unità semplice, ndr) per distribuire incarichi, per premiare qualcuno». Per non parlare del pastrocchio del reparto di gastroenterologia: «Ce n’erano due di reparti, dunque un inutile duplicato. Quando uno dei primari è andato in pensione, si è creata l’occasione perfetta per smantellarne uno, per voltare degnamente pagina. Invece, prima è stato nominato un facente funzioni, ora viene bandito l’incarico vero e proprio».
Non finisce qui: «Mi risulta inoltre - aggiunge Maselli - che si sono presi il lusso di assumere sessanta amministrativi, nonostante ci sia un conclamato surplus di addetti. Di più: nel nosocomio lavorano medici precari, che da oltre dieci anni aspettano un contratto serio. Non sorprendiamoci se c’è un buco nero nei conti e se la sanità è allo sfascio: tutto dipende da condotte di questo tipo, dal fatto che il piano di rientro viene ignorato in maniera sistematica».
Il consigliere non si limita alle accuse: «Invito il direttore generale a ritirare il bando, a lasciar perdere.

Siamo pronti a scatenare un vespaio su questa vicenda, non è possibile prendere in giro i cittadini. Ed è inaccettabile che la prossima amministrazione debba pagare il prezzo degli sprechi, per giunta con doppio fine, di quella attuale».

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