Sanità, intesa Sacconi-Marrazzo

«Si sono poste le premesse affinchè con lo sblocco dei fondi e l’attuazione dei provvedimenti, la finanza regionale rientri gradualmente in una condizione di buon controllo». È quanto ha detto ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al termine del vertice con il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, sui conti della sanità. «La prima telefonata che farò sarà al sindaco Alemanno, con cui avevo l’impegno a riferire di questo incontro», ha aggiunto il ministro. «Con il ministro Sacconi - ha spiegato Marrazzo - abbiamo concordato di incontrare il sindaco Alemanno presso gli uffici del Governo, per illustrare la riorganizzazione della rete ospedaliera». Quanto ai fondi bloccati, «saranno trasferiti con gradualità - ha detto Marrazzo - ma è una partita che chiuderemo entro il 2008 per buona parte». «L’accordo - ha commentato, dal canto suo Alemanno - è il primo passo per sbloccare finalmente i fondi destinati alla sanità del Lazio e del comune di Roma. Ed è positivo che ci sia un incontro tra ministero, regione e comune per esaminare le ricadute sulla sanità del territorio romano del piano di riorganizzazione ospedaliera».
Intanto l’Aiop, l’associazione che riunisce gli imprenditori delle 130 case di cura del Lazio ha portato in piazza Montecitorio quasi duemila persone per sensibilizzare il governo sul decreto 25 del commissario Marrazzo, che prevede il taglio di 1140 posti letto in 21 strutture private (a fronte dei 386 posti letto in 8 strutture pubbliche) e il conseguente licenziamento di oltre 3000 dipendenti oltre alla chiusura dei reparti.
Durante il sit-in di protesta, il presidente dell’Aiop Lazio Mauro Casanatta è stato ricevuto da Giuseppe Palumbo, presidente della commissione sanità della Camera, che ha proposto un incontro tra il ministro Sacconi e l’Aiop. «Noi - ha spiegato Casanatta - non vogliamo che venga annullato il decreto. Chiediamo di sederci attorno a un tavolo per rivedere tutti insieme il provvedimento». D’altra parte l’associazione, all’indomani dell’incontro con il senatore Cesare Cursi, presidente dell’Osservatorio sanità e salute, e del senatore Lucio D’Ubaldo, presidente dell’agenzia di sanità pubblica del Lazio, nella lettera inviata ai quasi 20mila dipendenti della rete consociata aveva messo nero su bianco che si riservava «di assumere tutte le iniziative, anche a livello giudiziario» a difesa dei posti di lavoro e delle strutture sanitarie contro «le disastrose iniziative del commissario Marrazzo». Iniziative ispirate «a una generalizzata tendenza demolitoria del settore privato». Misure che genereranno più danni rispetto alla situazione che intendono sanare, un po’ come pensare di guarire un malato sopprimendolo. Infatti, la chiusura delle strutture sotto i 90 posti letto non consentirà alcun risparmio per i cittadini dal momento che, secondo l’Aiop, le prestazioni adesso erogate dalle strutture private accreditate dovranno essere riassorbite dalle strutture pubbliche e avranno un costo maggiore di almeno il 30-40 per cento. Dello stesso avviso Luciano Ciocchetti (UdC) secondo cui «la chiusura indiscriminata delle strutture private, basata solo su criteri quantitativi, senza valutare le reali esigenze del territorio, è una decisione che riteniamo sbagliata e che non produrrà alcun beneficio. Bisogna intervenire invece sugli sprechi delle Asl e sulle nomine dei direttori generali». «Le cause dei guasti della sanità - aggiunge Casanatta - sono addebitabili al malgoverno e soprattutto alla mancanza di una seria programmazione.

Non già alle strutture accreditate, che operano nel rispetto delle leggi regionali, che sono pagate esclusivamente per prestazione nell’ambito di un tetto massimo di fatturato molto inferiore all’effettiva capacita erogatrice della struttura stessa». L’auspicio dell’Aiop è che non si arrivi a un “muro contro muro” costringendo l’associazione a ricorrere all’autorità giudiziaria.

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