Santoro, Gruber, Floris: riecco l’onda rossa in tv

Due terzi dei programmi al via critici col premier. C'è chi urla contro l'epurazione ma Annozero, Otto e mezzo, Ballarò e Report già scaldano i motori. E c’è ancora chi parla di tv in mano a Berlusconi

Santoro, Gruber, Floris: riecco l’onda rossa in tv

Roma - Siamo pronti, rieccoli, rieccovi, e come farne a meno? In arrivo su questi schermi i resistenti dell’informazione libera, il comitato di liberazione nazionale del pensiero, i cavalieri dell’anti Cav miracolosamente scampati alle purghe estive. Come sparuta compagnia, a guardare bene, non è che siano poi così pochi e sparuti. A spanne, col beneficio dell’inventario da palinsesto ancora in movimento, almeno due terzi dei programmi di approfondimento per questo autunno/inverno politico (che si preannuncia rigido) sono di area più o meno fieramente antiberlusconiana. Tolti Vespa con Porta a porta, Matrix e il talk show di Paragone sul Due, il resto - la parte maggiore - punta dritta agli stinchi del premier, con gradazioni diverse di acredine. Qui, va detto, l’ossessione si mescola allo share, perché l’antiberlusconismo, nuovo genere giornalistico e letterario, fa ascolti. E dunque i programmi del regime antiberlusconiano si rinnovano di stagione in stagione, anche quelli più odiati dal Cav, tipo Santoro, a giorni pronto a far suonare i suoi violini per ordine del giudice. Anzi ci si guadagna galloni sul campo, sempre in area martirio partigiano, come succede alla gruberina Maria Luisa Busi, oppositrice del minzolinismo e prossimamente, per questo, conduttrice di un programma tutto suo, sul Tre, dopo l’addio all’iper-politicizzato Tg1, testata su cui la politica - com’è noto - mai aveva mai messo il becco in precedenza.
Bentornate alla Invasioni barbariche della Bignardi, su La7, ormai depandance televisiva di Vanity Fair, ogni rubrichista del settimanale chic ha anche un programma sulla rete chic di Telecom (Lerner, Mentana, Bignardi). La Bignardi non è propriamente una anti Cav, anche se i berlusconiani direbbero di sì. È piuttosto rappresentante di quel mondo intelligente, che legge i libri e le riviste glamour, per cui l’universo del centrodestra (pidiellino-leghista) è comunque troppo popular (per non dire plebeo) per essere condivisibile. Per puntare a share più alti rispetto alla scorsa stagione (in Rai) la Bignardi avrebbe deciso di caricare la porzione di politica del programma, più ospiti tra ministri, onorevoli e leader di partito. Qualcuno, con l’arrivo di Mentana alla direzione del reparto informativo della 7, ha pensato di salutare la nascita del famoso terzo polo televisivo. L’anticavalierismo su cui si stanno sintonizzando i talk di quella rete in effetti ricorda il vagheggiato terzo polo politico, e in particolare il «finismo», la più recente versione di opposizione al premier. Non a caso Mentana ha fatto i suoi boom con Fini, Fini sarà l’ospite d’onore della puntata monografica su Fini di Gad Lerner con l’Infedele questo lunedì, e Lerner già aveva battuto la via degli attacchi di Farefuturo al «berlusconismo», con la polemica sul velinismo tirata fuori da Sofia Ventura, politologa prediletta da Lerner e dai pensatoi finiani. Un bel po’ di intellighezia, strizzate d’occhio alla «destra moderna e laica» di Fini, un una spruzzata di Pd, come assicura la presenza della Gruber (ex europarlamentare piddina) a Otto e mezzo, stavolta senza nemmeno disturbatori in coconduzione, ma tutta sola. Pare però che sia molto disturbata dalla presenza nella sua stessa fascia, ma nei week end, di In onda, con la Costamagna (ex santorina poi costanzina) e Telese, del Fatto quotidiano. In casa La7 c’è poi la D’Amico col suo Exit, talk certo non berlusconiano.
Come gli altri anni, i brand dell’informazione e dell’approfondimento Rai ci saranno ancora: il Ballarò di Giovanni Floris, Report di Milena Gabanelli, Porta a Porta (quattro serate settimanali) e poi la «cosa» di Santoro, ancora in via di definizione quanto al format, perché la sentenza che impone Santoro in prima serata sui canali Rai dice che deve andare in onda, ma non dice che deve fare un talk show, solo un programma di approfondimento. Ed è su questo che Masi chiede un cambiamento a Santoro, che però su Annozero è a posto così. Così ancora, il più importante programma di attualità politica di Rai Due è profondamente avverso al supposto padrone della tv pubblica, Silvio Berlusconi. Così anche il principale programma di approfodimento di RaiTre, Ballarò, non è che sia tenero. Altri rivoli dell’onda anti-Cav in Rai sono Presa diretta di Riccardo Iacona, formidabili inchieste tv fatte però da un giornalista (formatosi con Santoro) molto orientato sull’antiberlusconismo. E c’è poi la Dandini, con Parla con me, il divano dove si accomodano intellettuali e politici molto progressisti, e che l’anno scorso escogitò la gag del cesso di Palazzo Grazioli. Anche qui, però, ci sono lavori in corso alla direzione generale, per rivedere la forma generale del programma, fino all’anno scorso troppo sbilanciato sulla politica e poco sull’intrattenimento.

Certo, il centrodestra può contare sui due tg di Rai Uno e Rai Due, ma l’idea di una Rai berlusconizzata non sta in piedi. A meno di non dar retta al Fatto, che qualche tempo fa metteva tra gli avamposti della propaganda Pdl programmi come La vita in diretta, L’Italia sul due, L’arena di Giletti, Tv7. E il meteo no?

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