Schifani: «Dini costretto a votare sì Voglio i filmati, Marini intervenga»

«Ho visto la scena in aula: decisivo il ruolo della sottosegretaria Lucidi»

da Roma

Senatore Schifani, ma Dini ha votato o no il decreto sicurezza perché aggredito dal sottosegretario agli interni, Marcella Lucidi, come sostiene il suo collega Paolo Guzzanti?
«Io sto seduto nella fila al Senato proprio dirimpetto al banco dei ministri, dove stava seduto come sua abitudine, il senatore Dini. Sapevo che il decreto non lo avrebbe votato, lo aveva dichiarato e per alcuni istanti la lucina corrispondente al suo voto lampeggiava. Frammenti di minuti e il governo sarebbe andato in minoranza. Ma improvvisamente il sottosegretario Lucidi, che non è una senatrice quindi non vota, ma che era il relatore del decreto, si alza dalla fila dove stava e va a sedersi vicino a Dini. Non rispettando neanche il presidente Marini che aveva chiesto a tutti di stare fermi al proprio posto. Ho visto che la Lucidi diceva qualcosa a Dini, non so se urlasse perché il pandemonio era totale, ma so che improvvisamente la lucina di Dini diventa verde, e la maggioranza al governo è garantita».
Ma il sottosegretario accusa di essere stata aggredita dalla Lega e di avere urlato rispondendo ai suoi aggressori, non certo contro Dini.
«La Lega ha cominciato a dare addosso alla Lucidi dopo il voto e dopo aver visto che era stato per il suo intervento che Dini aveva cambiato idea. Ma la verità è facile da ricostruire: ho chiesto al presidente Marini di visionare i filmati interni a bassa frequenza che abbiamo in aula. Anzi lancio un appello, chiedo a fotografi e cameraman presenti di consentirmi di visionare le loro riprese. Credo che sia importante definire come sono andati i fatti, perché ormai il Senato è un luogo dove non ci sono più le condizioni per un libero esercizio del diritto al voto».
Ma lei è sicuro che Dini abbia votato si perché la Lucidi lo ha attaccato?
«Io posso dire quello che ho visto, dopo aver visionato le cassette sarò più preciso. Mentre si votata Dini teneva con evidenza le braccia parallele sul banco e la lucina in corrispondenza lampeggiava. Io guardavo la scena e tra me e me dicevo: dai resisti, resisti. Poi ho visto la Lucidi catapultarsi accanto a lui, gli ha parlato, urlato e Dini con fare molto infastidito, stizzito, ha premuto il tasto».
Il senatore diniano D’Amico nega che ci sia stata questa pressione, mentre Dini sta zitto e non interviene in questa polemica..
«Perché è un galantuomo e per lui sarebbe difficile smentire quello che hanno visto tutti. Mentre D’Amico in questa vicenda è stato platealmente l’ancoraggio dei diniani a sinistra»
Atmosfera pesante a palazzo Madama?
«Non è la prima volta. Ricordiamoci quando qualcuno dai banchi di sinistra si scagliò contro Rossi che non aveva votato sulla politica estera urlandogli “vota str...”. È diventata una guerriglia.

La scena della Lucidi io l’ho vista: è stata un’aggressione palese perché Dini non stava votando.Voglio andare a fondo. E il presidente Marini deve rendersi garante della libera espressione del voto tra i banchi della maggioranza».

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