Come farà lagricoltura a dare da mangiare a sette miliardi di persone? Se ne parlerà domenica 8 maggio a «La scienza in campo», il convegno inaugurale di TuttoFood, in Fiera a Milano. Lagricoltura sta cambiando velocemente, spinta dallimperativo di produrre di più e meglio, rispettando lambiente e le persone. Una sfida che si vince con il progresso: non è raro che oggi, persino nei campi più piccoli, trattori e trebbiatrici siano controllate direttamente dai satelliti. E si vince soprattutto con la botanica e la biologia. Non tutti sanno che un tipico grano da pasta dura italiano, il grano Creso, è nato nel 58 nel laboratorio nucleare della Casaccia, a Roma, da semi irradiati da radiazioni, che hanno portato alla nascita di una varietà piante basse e vigorose, adattissime al nostro territorio, tanto che ancora oggi il Creso rappresenta un quinto del grano italiano. Anche un altro tesoro del made in Italy, il pomodorino di Pachino, ha una storia inaspettata.
È una pianta nata sul finire degli anni 80 nei laboratori israeliani di Hazera Genetics, che ha prodotto anche alcune varietà più amate, come il ciliegino Naomi e la varietà Rita a grappolo. Il miglioramento genetico nei decenni scorsi ci ha dato alcuni tesori della gastronomia di cui siamo giustamente fieri. Ma nel frattempo la scienza è progredita ancora, e oggi lestrema frontiera si chiama Ogm, «Organismo geneticamente modificato». A differenza del pomodorino o del grano Creso, dove gli scienziati hanno lavorato sul patrimonio genetico ma non hanno aggiunto nulla a quel che già cera, con lOgm si inserisce in una pianta un gene che viene da un altro organismo. Ciò permette di ottenere coltivazioni che si difendono da sole dai parassiti, senza bisogno di insetticidi, che crescono con meno acqua, meno veleni e meno diserbanti. Ma lidea di mangiare un cibo che è stato «ritoccato» geneticamente talvolta ci inquieta; cè chi definisce gli ogm «Cibo Frankenstein». Dobbiamo preoccuparci, o dovremmo fidarci degli scienziati secondo cui lOgm aiuterà a combattere la fame nel mondo e ci darà cibo più sano in un mondo meno inquinato? Senza preconcetti e senza barricate, nella tavola rotonda conclusiva Nicola Porro ne parlerà con le organizzazioni degli agricoltori, con gli scienziati e con la grande distribuzione. E anche con chi si occupa di agricoltura bio e di Ogm non vuole nemmeno sentir parlare.
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