Gli scimpanzé buongustai adorano mangiare granchi

Uno studio di ricercatori dell'università di Zurigo rivoluziona le certezze sul menu di questi primati

Gli scimpanzé buongustai adorano mangiare granchi

Gli scimpanzé mangiano (anche) pesce. Sono insomma onnivori, li potremmo definire delle «buone forchette», in grado di scegliere a seconda della situazione e delle esigenze ciò che il «supermercato natura» ha da offrire loro o che il «ristorante della giungla» riporta in menu. La notizia, anzi la certezza, viene da uno studio dei ricercatori dell'Università di Zurigo che hanno osservato la vita quotidiana di questi primati, per anni, nella foresta pluviale della Guinea. Scoprendo che la loro dieta è più varia dei previsto.

Si sapeva già come questi animali, tanto vicini a noi geneticamente, fossero principalmente vegetariani, con occasionali escursioni nella carne. Una dieta che insomma oggi è chic chiamare flexitariana. Ma ora si è scoperto che pescano dai corsi d'acqua regolarmente anche granchi di fiume. Non con la canna da pesca e le reti evidentemente, ma grattando e agitando il fondo di torrenti e ruscelli con le loro agili dita.

Gli scimpanzé fanno scorpacciate di granchi non per mancanza di alternative: gradiscono infatti anche quando la frutta matura, base della loro dieta, è ampiamente disponibile. E non c'è alcuna correlazione tra l'attività di pesca del granchio e il livello di precipitazioni mensili, perché la pesca continua anche nelle stagioni secche e piovose, visto che c'è comunque acqua a sufficienza nei corsi per fornire un habitat ai granchi. Però si è trovato che gli scimpanzé pescano più spesso nei periodi in cui mangiano meno formiche, il che, secondo lo studio, indicherebbe che granchi e formiche hanno un valore nutritivo simile per gli scimpanzé.

Non solo. «Le femmine di scimpanzé e la loro prole pescavano i granchi più spesso e più a lungo dei maschi adulti, cosa che non ci aspettavamo» ha raccontato Kathelijne Koops, ricercatrice del Dipartimento di Antropologia dell'Università di Zurigo. Una possibile spiegazione potrebbe essere che i granchi forniscono acidi grassi essenziali e micronutrienti come sodio e calcio, cruciali per la salute materna e infantile e fondamentali e per lo sviluppo del cervello.

Secondo gli studiosi i risultati dello studio sugli scimpanzé, i nostri parenti viventi più prossimi, contribuiscono alla comprensione del motivo per cui la fauna acquatica è diventata una fonte di nutrimento sempre più importante nel corso dell'evoluzione umana. Già 1,95 milioni di anni fa gli antenati dell'Homo sapiens banchettavano con tartarughe, coccodrilli e pesci. Il consumo regolare di fauna acquatica potrebbe avere facilitato la sviluppo del cervello in questa fase evolutiva. Sono infatti alimenti che contengono elevate quantità di acidi grassi polinsaturi, necessari per la crescita e la funzione ottimale del cervello.

Inoltre, lo studio suggerisce che la pesca di fauna acquatica potrebbe avere coinvolto, oltre agli ominidi che vivevano presso laghi, fiumi o aree costiere, anche quelli che si erano insediati nelle foreste. La fauna acquatica può inoltre essere stata una parte normale delle diete di alcuni ominidi e non solo un alimento stagionale, come mostra il caso degli scimpanzé odierni. Infine, il consumo di granchi e di altra fauna acquatica, tanto ricca dal punto di vista nutrizionale, potrebbe essere stato particolarmente importante per gli ominidi femmina e i loro piccoli. Incentivando ulteriormente l'evoluzione.

Insomma la prossima volta che vi trovate al ristorante e gustate beati un piatto di gamberoni o aragosta, sappiate che oltre a farvi del bene siete parte di una lunga catena evolutiva che ha portato a essere quello che siamo oggi, nel bene e

nel male, in un dialogo, va detto, non sempre armonioso con l'ambiente che ci circonda. In attesa, ben inteso, che nel menu arrivino anche le nutrizionalmente assai interessanti, ma non ancora realmente sdoganate, formiche.

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