Ancora novità sul calcio-scommesse. E ancora buone notizie per Omar Milanetto che, dopo aver smontato le accuse sullipotetico incontro nellhotel milanese UnaTocq con gli «zingari», incassa anche le parole di Almir Gegic che lo scagionano. Il serbo accusato di essere uno dei vertici dellorganizzazione che truccava le partite per vincere forti somme con le scommesse, latitante da oltre un anno, si è fatto vivo. È stato lui a telefonare alla redazione della Gazzetta dello Sport, con tanta voglia di raccontare la propria verità.
Tiene a precisare di non essere un boss. Soprattutto di non essere un violento che minaccia i giocatori. Ma nel calci-scommesse centra, non lo nega. Dopo aver invano provato a contrattare le proprie dichiarazioni con una sorta di salvacondotto che possa evitargli larresto, Gegic ammette di sapere quel che lo attende. Ma anche di essere disposto a collaborare in tutto con la procura di Cremona. Le «anticipazioni» alla Gazzetta dello Sport però sono lennesimo buon segno per lex centrocampista del Genoa Omar Milanetto, chiamato in causa per la partita Lazio-Genoa dello scorso campionato. Alla domanda del giornalista «Si era visto con qualcuno degli ultimi arrestati? Mauri e Milanetto?», Gegic risponde seccamente: «Non ho mai conosciuto Mauri e Milanetto». Crollerebbe così, anche per voce di chi nelle ipotesi dellaccusa sarebbe stato uno dei protagonisti dellaccordo, un pilastro della teoria di Cremona. Tra laltro lo stesso serbo non si sbilancia oltre sulla partita che si sostiene essere stata combinata: «Sembra che Di Martino abbia un po di prove in mano... Quello che so lo riferirò presto ai magistrati», taglia corto. Quando invece il discorso si sposta sulla gara Novara-Siena, le sue parole assumono tutto un altro tono: «Sì, con Bertani mi sono visto. È uno di quelli che mi ha presentato Gervasoni. Su quella gara cè da raccontare. Lo farò con Di Martino». Poi lultimo sasso gettato lì, per provocare leffetto di una bomba. Si parla della Nazionale e della possibilità che ci siano Azzurri coinvolti nello scandalo: «Ognuno risponde delle proprie azioni. E sono sicuro di non sbagliare se dico che scommettono anche giocatori importanti. Mi creda: è una malattia. Andrò in carcere per questo. Ma non sono un boss, un violento, uno che minaccia». Affermazione che fa il paio con quella rilasciata poco prima: «In Italia il virus cè in tutte le squadre, Serie A compresa. Anzi, ancora non avete visto nulla.
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