Scontro fra tram: dieci feriti Atm: «È colpa di un pedone»

Un altro scontro fra tram. Un’altra «fatalità che ci fa male», dichiara rammaricato l’ingegnere che si occupa del trasporto di superficie di Atm, Amerigo Del Buono. E ascoltandolo sul posto, mentre spiega la dinamica dell’incidente, è difficile dargli torto. Anche se sono di nuovo due i tram, entrambi della linea 23, che si sono scontrati ieri in piazza V Giornate (uno è deragliato). E il bilancio è di 6 passeggeri all’ospedale in codice verde e altri 4, con modeste contusioni, che hanno rifiutato le cure.
Veniamo ai fatti. Erano esattamente le 10.04 quando un tram della linea 23, proveniente da viale Premuda e diretto verso viale Montenero, è costretto a rallentare proprio all’incrocio con piazza V Giornate, nonostante abbia il via del semaforo, perché un pedone - con le cuffiette per ascoltare la musica - gli attraversa improvvisamente la strada. Il conducente - un uomo di 41 anni, in Atm da 21 anni e con uno dei migliori curriculum dell’azienda (mai causato un incidente) - in un momento di distrazione dovuto a quel rallentamento non previsto ma necessario (i conducenti sanno che le persone a piedi non attente possono avere scatti improvvisi e fare mosse imprevedibili) aziona lo scambio in modo non voluto, s’instrada sul binario sbagliato e, anziché proseguire diritto per viale Montenero, come previsto dal percorso, svolta a sinistra, finendo dritto dritto contro un altro tram della linea 23 che sta facendo il percorso inverso. «Ecco in cosa consiste la fatalità - ribadisce l’ingegner Del Buono - : sull’altro binario, proprio in quello stesso momento, stava arrivando un altro tram e il conducente che ha sbagliato aveva pochissimo spazio per frenare».
I due mezzi sono tram modello «Carrello», risalgono al 1931 e sono quasi interamente d’acciaio, quindi non vanno forte. Anche la frenata e il relativo scontro, quindi, non sono stati di dimensioni colossali. Per questo anche i feriti non si sono fatti molto male, contusioni, botte, ma niente di più.
Il problema più grave (oltre a un ulteriore danno dell’immagine dell’azienda di trasporti) è stato ripristinare la circolazione. Sul posto i vigili hanno dovuto deviare il traffico fino alle 13.03, per tre ore . «Purtroppo il contatto tra le due vetture è consistito soprattutto in un impatto tra i carrelli che ha portato al deragliamento dell’autobus “colpevole” - prosegue Del Buono - e i nostri tecnici hanno dovuto lavorare a lungo per risistemarli sulle rotaie. Per questo il ripristino del servizio è andato per le lunghe».
Nonostante l’ennesimo incidente, fa notare Atm, se nel 2008 si è registrato un 41 per cento in meno di deragliamenti rispetto al 2007, quest’anno la percentuale è salita al 56 per cento. Ma spiegare alla gente un tale miglioramento non è facile.
Così come non è stato semplice avere a che fare ieri alle 8, alla stazione della metropolitana di Gambara (linea 1, la rossa) con gli otto passeggeri (sull’intero treno ce n’erano in tutto 1200) che sono dovuti scendere di corsa da una carrozza per farsi ricoverare in ospedale (subito dimessi) a causa di un’irritazione improvvisa agli occhi seguita a un odore mefitico avvertito altrettanto di colpo. Atm ha messo il treno fuori servizio, lo ha portato in officina e l’ha controllato da cima a fondo. Si tratta di un convoglio recentemente revampizzato, cioè completamente rinnovato.

Che, dopo il check up di ieri, è risultato in perfetta efficienza. «Dev’essere stato qualcuno che ha lanciato una fialetta urticante» ipotizzano all’azienda di trasporti. Insomma: quel che non manca ad Atm è certo la sfortuna.

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