Gli scoop di Ferrara e Bechis tra boatos e telefonate pirata

L’Elefantino: Silvio sta per lasciare. Poi le smentite. Il vicedirettore di Libero mette in rete la voce camuffata di un esponente Pdl come prova. L’ira di Crosetto: "Quello non sono io"

Gli scoop di Ferrara e Bechis  tra boatos e telefonate pirata

Giornata convulsa, incerta, con le sorti del governo sull’ottovolante in un sali-scendi di boatos, smentite e conferme. Il tutto dopo un summit notturno di domenica nel quale il Cavaliere vede nero. Di fronte a lui i più stretti collaboratori che gli rappresentano foschi scenari. I numeri non ci sono. O forse sì ma in ogni caso sono risicati. Pessima notte quella passata dal premier, il più determinato di tutti a «resistere, resistere, resistere».

In mattinata è il direttore del Foglio Giuliano Ferrara a squarciare la cappa di mistero sul «che farà il Cav?». Scrive on line: «Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è una cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti». Il fatto che lo scriva Ferrara, fine consigliere del premier e sempre ben informato dà all’ipotesi il timbro della verosimiglianza. A ciò si aggiunga che quasi in contemporanea il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, sul suo twitter scriva la stessa cosa: «Ricostruito quanto avvenuto, davanti ai numeri anche i falchi si sono arresi nelle ultime ore e fra stasera e domani Berlusconi rassegnerà le dimissioni».
Le analisi dei due giornalisti rimbalzano sulle agenzie di stampa e arrivano sui telefonini dei parlamentari. Panico. Berlusconi è in viaggio verso Milano dove ha in programma una serie di incontri con i propri familiari e con l’amico di sempre Fedele Confalonieri. Poi arriveranno ad Arcore anche il ministro Rotondi e il ministro leghista Calderoli reduce da un vertice in via Bellerio. Anche piazza Affari è sull’ottovolante: apertura in calo, poi una secca inversione di rotta fino a toccare il +2,35 per cento, quindi la corsa che rallenta e lo spread Btp-Bund che tocca di nuovo i 482 punti base.
Ma le voci di dimissioni durano mezz’ora perché vengono ricacciate in gola dal capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento», dice poco prima dell’una. Concetto scritto nero su bianco anche sulla pagina facebook di Silvio Berlusconi. Anche Bechis rettifica e sul suo twitter aggiorna: «Dopo avere parlato con la famiglia, Berlusconi ha deciso che sfiderà anche i suoi chiedendo la fiducia sul testo della lettera Bce». E Ferrara aggiunge sul Foglio: «Berlusconi si presenta alle Camere, chiede la fiducia per varare la legge di stabilità, annuncia che si dimetterà un minuto dopo e chiede le elezioni a gennaio. Di questo si discute».
Tesi, questa, confermata dallo stesso Berlusconi che, al telefono con Libero, svela i suoi piani: «Domani si vota il rendiconto alla Camera, quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi. Non capisco come siano circolate le voci delle mie dimissioni, che sono destituite di ogni fondamento».

Intanto sulla testa di Bechis e Ferrara piombano le accuse di aver turbato i mercati e speculato sui titoli di Stato dando la notizia delle imminenti dimissioni del premier. Cosa su cui la Consob avvia indagini di routine e accuse a cui Bechis risponde pubblicando on line la telefonata, criptata, con un deputato del Pdl in cui emerge che l’ipotesi «passo indietro» ci sta eccome. Ma chi è l’onorevole «gola profonda»? Si mormora del sottosegretario Guido Crosetto, la cui voce del file non criptato fa il giro dei siti internet. Lui però smentisce: «Qualcuno probabilmente - dice in una nota - si sta divertendo un po’ alle mie spalle. Nessun problema. Mi auguro che sia lo stesso Bechis a dire la verità per evitare strumentalizzazioni». E anche Bechis smentisce che la fonte sia lui: «Non lo sento da martedì scorso». Ancora Crosetto: «Per quanto riguarda il punto in sé continuo a pensare che il governo debba presentare i provvedimenti promessi in Europa e su questi chiedere al Parlamento di esprimersi.

Così come penso che Berlusconi non meriti di cadere in Parlamento per il voto di uno o due traditori e che sia meglio, se si profilasse il rischio, anticipare l’imboscata per guidare il futuro. E proprio per questo, mentre i giornali amici cercano di fare danni continuerò a lavorare perché anche i nostri amici più critici non cadano nelle reti delle sirene dell’opposizione».

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