Scuola, la Provincia fa guerra alla Gelmini

Lettera di Barzaghi agli istituti milanesi: "Distrugge l’istruzione". Collettivi giovanili già pronti a protestare: primo corteo il 3 ottobre

Scuola, la Provincia  fa guerra alla Gelmini

Scuola, la Provincia di Milano dichiara guerra al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa con tanto di lettera aperta agli studenti e ai genitori, dove l’amministrazione guidata da Filippo Penati vagheggia di «inquietante ritorno al passato», di «trent’anni di positiva sperimentazione gettati al vento» e, perché no, di aver «avviato un’opera di distruzione della scuola pubblica, funzionale forse alla privatizzazione». Virgolettati sottoscritti dall’assessore provinciale all’Istruzione Giansandro Barzaghi che, in soldoni, esprime preoccupazione «per le sorti del sistema dell’Istruzione nel nostro Paese». Secondo Barzaghi, infatti, «dipingere la scuola come “ammortizzatore sociale” del Paese, considerare il personale come un problema economico e proporre tagli di 140mila lavoratori in tre anni significa avviare un’opera di distruzione della scuola pubblica, funzionale forse alla privatizzazione attraverso la trasformazione delle scuole in fondazioni, con notevoli ripercussioni sulla qualità dell’istruzione e ricadute sui bilanci delle famiglie, che saranno costrette a far fronte con mezzi propri alla riduzione di alcuni servizi, a partire, con il ritorno al maestro unico, dal tempo pieno». Fotografia distorta di una riforma che tenta invece di spingere la scuola italiana a divenire «eccellenza» come spiega il ministro Gelmini: «[TESTO]L’insegnamento non è per tutti ma solo per le persone animate da una grande passione educativa oltreché da una forte preparazione» che non possono più essere gli insegnanti più sottopagati d’Europa. Un futuro che vede «il Parlamento e il governo lavorare per restituire quella funzione sociale, quella dignità e quel riconoscimento del ruolo straordinario degli insegnanti». Come dire: il patrimonio di esperienza e di conoscenza sarà sempre più valorizzato alla faccia di chi accusa il ministro e il governo di voler «impoverire il servi[/TESTO]zio». Ma le accuse dell’esponente di Rifondazione Barzaghi - vicino al segretario Paolo Ferrero e troppo spesso balzato agli onori delle cronache milanesi per iniziative quasi sempre in chiave resistenzialista - hanno facile presa sugli studenti delle superiori che minacciano «l’autunno caldo». «I collettivi studenteschi non vogliono stare a guardare e si organizzano contro il ministro Gelmini e con tutti quelli che sono o saranno complici della svendita e della devastazione della scuola pubblica».

Preannuncio del primo corteo studentesco, quello del 3 ottobre, che vedrà pure in prima fila i dirigenti milanesi di Rifondazione che, ieri, hanno volantinato fuori dalle scuole cittadine e protestato all’esterno dell’istituto di Segrate dove, tra gli applausi dei genitori, il ministro Gelmini salutava l’inizio dell’anno scolastico.

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