Scuole sgomberate dalla polizia: dentro bivacchi e partite a calcio

Trenta ragazzi, i soliti noti. «Praticamente gli stessi che avevano già occupato l’anno scorso» sostiene dopo l’identificazione la polizia. Che ieri mattina all’alba (erano da poco passate le 6) dietro richiesta dei presidi, si è presentata al liceo scientifico Severi di via Alcuino per sgomberare gli studenti che avevano occupato l’istituto il 30 novembre. I giovani bivaccavano in palestra e sono usciti senza fare storie.
Stessa ora e stessa scena al liceo Tenca sui Bastioni di Porta Volta. Dove però gli agenti non hanno trovato nessuno. Nell’istituto, infatti, è in corso una forma di autogestione (liceo «occugestito» recita una scritta, ndr) che non prevede che gli allievi si fermino a dormire. «Chissà che facce i poliziotti quando si sono accorti che non c’era anima viva» commentava ieri mattina ridendo una ragazza iscritta alla scuola alla notizia dello sgombero di qualche ora prima. Già, chissà che divertimento.
Passano gli anni, cambiano le cause per cui provare a battersi, ma le occupazioni delle scuole restano un panorama piuttosto omologato. In fondo non è mutato nulla da quando la Pantera, agli inizi degli anni Novanta, fece la sua comparsa per la prima volta. L’attuale occupazione contro la crisi, il governo delle banche e la Tav non è altro che un pretesto per giocare a pallone nei corridoi della scuola, ballare, cantare, protestare in maniera generica. Con la musica della radio degli studenti a fare da sottofondo.
Ora, a Milano, resistono gli studenti del liceo scientifico Donatelli Pascal di viale Campania - che hanno occupato il loro liceo annunciandolo prima su Facebook - e il liceo classico Manzoni, in via Orazio, dove da ieri però, gli animi sono più tranquilli: nessun picchetto e possibilità di andare in classe per chi lo desidera. Niente lezioni bloccate, quindi, come lo scorso anno. E inviti a ex manzoniani di lusso, come il giornalista Michele Serra che è intervenuto giovedì a un’assemblea.
Anche lo scorso anno, tra novembre e dicembre, la contestazione e le occupazioni delle scuole hanno costituito il piatto forte nel passaggio tra l’autunno e l’inverno in città e molti studenti hanno rischiato di dover rispondere in tribunale del loro comportamento. Erano i giorni della protesta anti-Gelmini contro la riforma universitaria e i tagli all'istruzione e alla scuola pubblica. Erano i giorni dei cori, delle scritte anti-Berlusconi, dei lanci di pietre e uova contro la sede del provveditorato, dei danneggiamenti con bilanci finali in negativo a molti zeri, degli atti vandalici senza freno.
Il tribunale per i minori di Milano a gennaio aveva inviato 26 avvisi di garanzia per occupazione abusiva e interruzione di pubblico servizio agli studenti che avevano occupato il liceo classico Ugo Foscolo di Pavia.

Trattamento opposto per i 40 allievi del liceo milanese Caravaggio di via Prinetti che erano stati denunciati dal preside per aver occupato abusivamente la scuola. Tuttavia i giudici milanesi per questi ragazzi chiesero l’archiviazione: la loro occupazione, infatti, non avrebbe «interferito con la regolarità delle lezioni».

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